politica. Non potremmo non condividerli. Ma qui il punto è un altro. Riorganizzazione e razionalizzazione non devono essere il grimaldello tecnico per definire una sostanziale penalizzazione di strutture strategie come l’Ospedale “Sant’Antonio Abate”. Si tratta di una risorsa che deve essere potenziata e salvaguardata e non può entrare nella logica
ragionieristica del fabbisogno suddiviso su tutto il territorio provinciale. Il nuovo assetto della sanità trapanese non può prescindere dalla tutela di ciò che già esprime il Sant’Antonio Abate e non può essere avulso da un suo rilancio perché rappresenta un ospedale che va oltre i confini territoriali e può essere inserito in una dinamica regionale per qualità ed eccellenze acquisite. Chiedo, pertanto, ai vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale ed all’Assessore alla Sanità di fare tesoro delle potenzialità di un Ospedale che deve essere perno e punto di riferimento del processo di cambiamento che imprime e richiede la riforma della sanità in Sicilia. Su questo e su altri aspetti che riguardano le strutture ospedaliere esistenti sul territorio della Provincia di Trapani, metteremo in campo ogni utile iniziativa, affinché, sia migliorato il modello di servizi che è stato fino ad ora assicurato.