Il ministro ha precisato inoltre che di questi argomenti parlerà con l'a.d. di Fiat, Sergio Marchionne: "Ci stiamo preparando all'incontro del primo dicembre nel corso del quale confronteremo i dati anche relativamente ai costi. Fiat ritiene che sei stabilimenti in Italia siano troppi e che, in particolare, quello di Termini Imerese costa troppo. Nell'incontro del primo dicembre ascolteremo le loro ragioni. Ci stiamo preparando con un insieme di dati comparati con altri paesi, anche sul costo dell'auto"."
Nei giorni scorsi, Marchionne aveva accennato alla possibile chiusura dello stabilimento siciliano: "Abbiamo in Italia sei stabilimenti e produciamo l'equivalente di quello che si realizza in una sola fabbrica in Brasile. Questo è fuori da ogni logica industriale, riflette una realtà che non c'è più. Siamo stati chiari nell'incontro con Berlusconi a giugno e oggi c'è poco da aggiungere". Poi aveva ribadito che "la Fiat è impegnata a risolvere tutti i problemi legati al riallineamento della capacità produttiva. Confermo che sono disposto a lavorare con il governo e le parti sociali, ma cerchiamo di non illuderci. Capisco la posizione degli operai, sono disposto a lavorare con tutti, ma bisogna vedere qual è la situazione intelligente".
Da lì è partita la mobilitazione sindacale, la Regione Sicilia ha stanziato 400 milioni di euro per il rilancio dello stabilimento di Termini Imerese ed è nata anche la polemica sui fondi pubblici (500 milioni) che la Fiat avrebbe preso sul contratto di programma del 2008. Marchionne ha negato recisamente: "Ho controllato e non c'è nemmeno un euro nelle casse della Fiat. Non abbiamo preso un euro da nessuno. E' stato ritirato, il governo non lo ha ancora approvato. La Comunità Europea lo ha fatto, ma non ha pagato niente. Mi dicano dove stanno questi soldi".
Gianni Pagliarini, responsabile Lavoro del Pdci commenta così le parole del ministro: "Scajola passi dalle parole ai fatti: il governo può, e deve, scongiurare la chiusura dello stabilimento. Fiat ha avuto tanti di quei finanziamenti pubblici da parte dello Stato che Scajola non solo deve chiedere conto di come sono stati spesi, ma anche di imporre la linea quanto serve, come in questo caso, a difesa di migliaia di posti di lavoro".
Sul tema è intervenuta anche il segretario regionale della Cgil siciliana, Mariella Maggio: "La Fiat ci spieghi perché non si può produrre la Lancia Ypsilon a Termini Imerese, come aveva invece detto un anno fa. Non ci è chiaro perché il piano del 2008 adesso non possa più essere attuato, soprattutto ora che c'è la disponibilità del governo siciliano a realizzare le infrastrutture necessarie per creare una dimensione industriale appetibile per l'area di Termini".
Le ha fatto eco il deputato europeo di Idv Sonia Alfano: "E' bene che il governo nazionale e che
Scajola, in particolare, sappiano che il tempo delle parole è finito e che i lavoratori dello stabilimento Fiat di Termini Imerese e dell'indotto si aspettano un impegno concreto per il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali attuali".
Sulla questione è intervenuto anche il senatore del Pd Giuseppe Lumia "La presa di posizione del ministro Scajola è un passo in avanti. Utilizzi adesso le leve della politica al fine di creare quelle condizioni di convenienza per convincere la Fiat ad arricchire il suo piano industriale con il rilancio della produzione nello stabilimento di Termini Imerese". "Termini Imerese - aggiunge Lumia - è una grande risorsa. Investire nello stabilimento siciliano conviene: c'è cultura industriale, professionalità e capacità produttiva. Oggi c'è un porto in grado di abbattere immediatamente i costi del trasporto. Termini Imerese si trova nel cuore del Mediterraneo dove i mercati dei Paesi in via di sviluppo rappresentano una grande opportunità, che avrà un'ulteriore implementazione con la nascita dell'area di libero scambio".
"Infine - conclude il senatore del Pd - va rispettato l'accordo che a Termini Imerese prevede la produzione della Lancia Y. Lo stabilimento siciliano, inoltre, potrebbe diventare il polo automobilistico del futuro, instaurando rapporti con le università siciliane, per la produzione delle auto ad energia ibrida"
Intanto si prospettano un Natale e un Capodanno in cassa integrazione per gli operai della Fiat di Termini Imerese. Lo rendono noto Fiom e Uilm. I lavoratori saranno messi in cig dal 21 dicembre al 6 gennaio, con rientro in fabbrica il 7.