Grasso ha spiegato che intervenendo ''come cittadino'' ha inteso ''liberarsi da un incubo: milioni di processi civili e penali che giacciono in uffici deserti e mal attrezzati, destinati ad essere definiti chissà quando. Mi risveglio dall'incubo e sento parlare di riforma della giustizia e spero che si ponga finalmente rimedio a questa situazione". "Nulla di tutto ciò - ha proseguito Grasso - Si è proposto l'introduzione di una inedita e conosciuta prescrizione dei processi che durino più di due anni in ogni grado di giudizio''. E questo provvedimento, ha fatto notare Grasso, include ''i delitti di indubbio allarme sociale''.
Grasso ha poi sottolineato ''alcune palesi disuguaglianze'', come l'esclusione degli immigrati, che potrebbero sollevare ''problemi di incostituzionalità''. Comunque questo provvedimento, secondo il magistrato, ''non risolve il problema che si risolve applicando l'articolo 111 della Costituzione", ma rischia di creare un ''imbuto di processi che si bloccano''. Grasso ha concluso spiegando che molte riforme potrebbero essere fatte per risolvere il problema della durata dei processi e che, tra l'altro, tante di queste riforme sarebbero ''a costo zero''.
Il procuratore nazionale antimafia ha anche parlato dell'idea di vendere all'asta i beni confiscati alla criminalità organizzata "per finanziare il processo breve". Secondo Grasso "è improbabile che assisteremo a incanti in regime di libera concorrenza. In un momento di crisi come questo, solo la criminalità organizzata ha la liquidità sufficiente per partecipare alle aste pubbliche e il potere di intimidazione tale da far andare le aste deserte per favorire i prestanome".