Sessanta le opere esposte, tra dipinti e sculture, che testimoniano il passaggio dalla sontuosa classicità della figura all’irruenta presenza materica del colore dei nuovi interni industriali, sui quali la mostra è incentrata.
La mostra – il cui catalogo contiene testi di Vittorio Sgarbi, Marco Conte, Oliviero Toscani e Marco Vallora - esprime il senso primo della ricerca dell’autore ossia lo studio della luce, presentando il suo percorso evolutivo. Questa è una distinzione che riguarda non solo il registro fenomenologico ma soprattutto quello espressivo. La maturità raggiunta negli interni industriali è quella di chi, ormai libero dal giogo della forma e della proporzione, può finalmente esplorare la linea di confine con la pura visibilità. È l’idea del piacere del dipingere tout court; è la capacità di esprimersi con il colore come materia in quanto tale.
La mostra s’inaugura domani pomeriggio alle 18,00 negli spazi espositivi della galleria di arte contemporanea «Il Mappamondo» in via Borgonuovo 2 a Milano.
La mostra è visitabile dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,00; festivi, sabato mattina e lunedì mattina chiusa. Ulteriori informazioni ai numeri 02/29002435 e 02/29061971. L’Ufficio Stampa è curato da Alessandro Conte: 392/1435259, 02/29002435, mail@ilmappamondo.com.
Mimmo Centonze
Nato a Matera il 10 giugno 1979, si avvicina alla realtà artistica da autodidatta; già in giovane età si sente stimolato dalla frequentazione della pittura del passato conosciuta nei libri e coltivata con la visita ad importanti Musei a Roma, Firenze, Venezia, ma anche a Londra, Parigi, Amsterdam e New York.
A soli 15 anni comincia a riprodurre con notevole rigore tecnico alcune opere dei grandi del passato, da Tiziano, Caravaggio, Rembrandt, Monet, Renoir, Van Gogh fino a Chagall, De Chirico e Modigliani, determinato ad approfondirne lo studio e, curioso di carpirne i segreti tecnici e teorici, si immerge nella lettura dei più importanti Trattati di Pittura come quello di Leonardo da Vinci, di Vasari, di Cennini, ma anche quelli di artisti più vicini a noi come di De Chirico, di Previati, di Piva, di Nicodemi, di Hebborn.
Nel 2005 visita a Venezia la retrospettiva sul lavoro di Lucian Freud e nel 2006 si reca a Londra per la mostra dedicata dalla National Gallery a Velasquez. Fortemente impressionato dagli studi sull’uso materico del colore del primo e dalla distribuzione delle luci e delle ombre del secondo inizia una fase di sperimentazione della materia pittorica che darà vita anche ad una serie di lavori astratti che gli permetteranno di familiarizzare con il gesto pittorico e di usare in modo più consapevole e maturo il colore.
Nel 2007 le sue opere sono selezionate dalla commissione del «Premio Michetti» per la mostra «Nuovi realismi» de Museo Michetti e, nello stesso anno, partecipa alla mostra «Nuovi pittori della realtà» del Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, presentata da Vittorio Sgarbi. Il superamento di quest’ulteriore frontiera lo condurrà alla trasposizione di interni industriali nei quali l’energia del gesto si fonde con la meticolosa attenzione per lo studio del colore e della luce.
Nel 2009 espone al Museo della Permanente di Milano per il Premio Morlotti Imbersago.