E’necessario mettere dei limiti all’uso di questa parola. Mettiamo i puntini sulle “i”: il volontariato non va dietro a progetti e finanziamenti, piuttosto va verso la prestazione gratuita del proprio tempo e delle proprie capacità intellettuali, pratiche, culturali messe a disposizione delle fasce più deboli”.
Già … in effetti ultimamente si sono venute a creare delle situazioni davvero anomale: ormai in molti fanno volontariato sperando di essere in qualche modo assunti. Si creano delle sacche di precariato, si mettono in gioco associazioni, cooperative...
“No, questo non è volontariato, elude dalla parola volontariato. Ricordo ancora una volta che volontariato è prestazione gratuita delle attività. Tutto ciò che comporta una retribuzione economica non rientra più nella parola volontariato, rientra nel terzo settore, o quarto settore o no profit, ma con il volontariato non ha nulla a che fare … Poi, voglio precisare che le associazioni di volontariato nascono non per sostituirsi alle istituzioni, ma da esigenze personali, laiche o cattoliche che siano, di essere partecipi attivamente all’interno delle città e di intervenire nelle situazioni di disagio. Io credo che l’amministrazione comunale, di qualunque colore politico essa sia, ha il diritto di contare sull’apporto dei volontari e delle associazioni di volontariato, ma non per la riuscita dei progetti … Il volontario deve essere messo nelle condizioni di poter operare per il bene della collettività. A me pare si stia perdendo un po’ il senso della parola, il termine volontariato è ormai abusato all’infinito: è arrivato il momento di dire, come dicono a Napoli, “ccà nisciunu è fesso!”.
Pamela Giampino