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04/11/2009 08:01:12

Mafia e politica: arrestato un uomo vicino a Papania. Avviso di garanzia al consigliere provinciale Pellerito

 Era questo il doppio ruolo di Filippo Di Maria, uno dei 10 arrestati nell’operazione antimafia “Dioscuri” condotta dagli agenti della Mobile di Trapani e coordinata dalla Dda di Palermo. Dalle indagini è emerso che Di Maria, 46 anni, tra un summit di mafia e l’altro curava il giardino della villa del parlamentare di cui frequentava anche la segreteria politica. Le intercettazioni hanno svelato inoltre il compito di procacciatore di voti dell’indagato che, in occasione delle primarie dell’Unione del 2005 per la candidatura alla presidenza della Regione, avrebbe procurato voti a Ferdinando Latteri, il candidato della Margherita, stesso partito a cui apparteneva Papania. Le primarie furono poi vinte dalla sfidante Rita Borsellino. Ma l’impegno di Di Maria non si sarebbe limitato alle Primarie. L’uomo del boss si sarebbe speso nella battaglia contro il raggiungimento del quorum al referendum elettorale del 2005. ”Lui mi ha detto, muovetevi, perchè siamo in mezzo a una strada”, diceva Di Maria agli amici non sapendo di essere intercettato e riferendosi, secondo gli inquirenti, a Papania.
Il senatore Nino Papania, interpellato sul punto, ha dichiarato: "Di Maria veniva nella mia segreteria con tanta altra gente. Non era un mio collaboratore politico. Curava solo il mio orto a Scopello".
Inoltre, nell’ambito dell’operazione antimafia ”Dioscuri” della Dda di Palermo, che ha portato all’esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare ad Alcamo, un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa è stato notificato al consigliere provinciale di Trapani, Piero Pellerito (eletto con l'Udc). Pellerito, già indagato per favoreggiamento in un’altra indagine antimafia, è accusato di aver preso parte a riunioni della famiglia mafiosa di Alcamo, organizzate dall’anziano boss Cola Melodia, padre del capomandamento Antonino Melodia. Il consigliere provinciale è stato sottoposto ieri a perquisizione. Gli investigatori mantengono il massimo riservo, ma sembra che Pietro Pellerito non sia l'unico politico coinvolto nelle indagini. Nel corso dell'inchiesta sono emersi contatti tra alcuni esponenti della mafia e segreterie politiche di politici locali e nazionali.  Al momento non sarebbero emersi però episodi che possano configurare dei reati.