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21/10/2009 04:42:58

"Papello": lo sfogo di Salvatore Borsellino. Le dichiarazioni di Mori. Altri commenti

‹‹Certamente mi scandalizzo se a seguito di una trattativa viene ucciso un giudice come mio fratello e se si giustifica con la trattativa perché si sono salvati dei politici. Come se uccidere un giudice sia una cosa normale e uccidere un politico sia una cosa da evitare. Non mi sembrano che siano considerazioni da fare, tanto più se si dicono queste cose anni dopo che questa trattativa c’è stata. Fino a qualche tempo fa nessuno ammetteva l’esistenza di questa trattativa. Ora che vengono fuori le prove documentarie, grazie a procure come quelle di Palermo e Caltanissetta dove finalmente ci sono dei giudici coraggiosi che vanno avanti senza guardare in faccia nessuno, tutti ricordano quello che probabilmente da anni sapevano e di cui non hanno più parlato. Questa è una cosa che non mi meraviglia ma mi disgusta che tanta gente abbia scelto solo adesso di parlare››. Salvatore Borsellino da anni continua a dire che il fratello è stato ucciso proprio per quella trattativa. ‹‹Adesso che addirittura venga il procuratore nazionale antimafia Grasso che dice “sì le trattative ci sono sempre state ma in questo modo sono stati salvati dei ministri e dei politici”… E allora si possono salvare ministri e politici e i giudici possono essere ammazzati? Vorrei capire perché parlare solo adesso. Perché non parlare di trattativa quando Mancino continuava a negare l’esistenza di una trattativa e nessuna voce s’è levata per dire che la trattativa c’è stata? Come mai tutti ricordano adesso? Forse hanno paura di essere chiamati a rispondere davanti ad un magistrato? E allora tutti si vanno a rinfrescare la memoria, è questo che non accetto››.

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Cliccando qui invece potete leggere le dichiarazioni spontanee di Mario Mori durante il suo processo per favoreggiamento aggravato.

MORI. "Le dichiarazioni dell'onorevole Violante sono importanti perché dimostrano due fatti: che il mio comportamento è stato improntato alla massima trasparenza e che, almeno per quanto riguarda il Ros, non è esistita una trattativa tra Stato e Cosa nostra". Lo ha detto il Prefetto Mario Mori, rendendo dichiarazioni spontanee a Palermo, durante il processo a suo carico per favoreggiamento aggravato.


''Una trattativa, per sua natura, deve essere riservata, presuppone il rispetto del segreto. Io parlai dei miei incontri con Ciancimino prima con Violante, allora presidente dell'Antimafia, poi con Caselli, che si era appena insediato al vertice della Procura di Palermo''. Mori ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee dopo la deposizione, al dibattimento, dell'ex presidente dell'Antimafia Luciano Violante che ha ricostruito i suoi incontri con l'ufficiale dell'Arma. L'ex presidente della Camera ha riferito che in quelle occasioni Mori gli fece presente l'intenzione dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino di essere ricevuto a palazzo San Macuto.

''La ricostruzione di Violante - ha detto Mori - è per me di grande importanza perche' prova, pur avendo molte lacune, che il mio comportamento fu trasparente''. L'ex comandante del Ros, poi, oltre a ricordare tutti gli incontri con Violante che ebbero a oggetto Ciancimino, ha ricostruito puntualmente il contesto investigativo e storico precedente alle stragi: dall'omicidio Lima, all'inchiesta del Ros su mafia-appalti, mai - a dire del prefetto - sostenuta dalla procura di Palermo, ai rapporti intrattenuti con Falcone e Borsellino che, invece, erano convinti dell'importanza dell'indagine dei carabinieri sugli intrecci mafia, politica e imprenditoria''.

SONIA ALFANO. 'Non e' una novita' per noi l'esistenza di quella trattativa, per noi lo scenario era abbastanza chiaro - racconta a CNRmedia.com Sonia Alfano, presidente dell'Associazione nazionale familiari vittime di mafia, eurodeputata e figlia di Beppe Alfano, giornalista ucciso dalla mafia nel '93 - da due anni, con Salvatore Borsellino abbiamo fatto il giro dei programmi televisivi e perfino ad Annozero era gia' emersa questa ipotesi. Nell'ottobre del 2003 ero ospite al Maurizio Costanzo Show e parlai delle strane manovre del generale Mori, anche nell'ambito della trattativa, ma purtroppo i nostri segnali non sono mai stati presi in considerazione, a volte ci hanno addirittura dato dei visionari, dicendo che eravamo solo in cerca di visibilita' e che non esisteva nessuna trattativa'. Perche' solo ora tutto questo e' emerso? E' un caso? ' Casuale non direi proprio, credo che un po' ha giocato un ruolo importante la societa' civile: molti italiani non sapevano assolutamente nulla ed ora chiedono risposte, c'e' anche il sostegno che alcuni magistrati sentono dalla loro parte, e questo ci fa piacere, e poi c'e' anche un'altra ipotesi, ma e' da prendere con le pinze, che ci sia qualcuno che possa approfittare di questo momento per giocare nuovi scenari, levare di mezzo certe persone e distogliere l'attenzione da altre'.

CIANCIMINO JR - Se non mi tutelano a tutti i livelli e quelli che ne hanno la competenza, non parlo piu'.
Cosi' non vado avanti, non mi sento tutelato". Lo ha detto Massimo Ciancimino parlando con i giornalisti davanti all'aula del Tribunale di Palermo dove e' in corso il processo a carico del prefetto mario Mori e del colonnello dei carabinieri Mauro Obinu per la mancatra catrtura di bernardo Provenzano nel 1995.
All'udienza e' stato chiamato a testimoniare oggi tra gli altri Giovanni Ciancimino, fratello di Massimo. E alle dichiarazioni rese in questi giorni da Massimo Ciancimino ha fatto riferimento il rpesidente del Tribunale Mario Fontana, che rivolgendosi a Giovanni Ciancimino ha detto: "Fa un gran chiasso mediatico suo fratello prima di venire dal giudice a deporre, va in tv, fa interviste..."

Intanto Massimo Cianciminio dovra' nominarsi nuovi difensori. Gli avvocati Roberto Mangano e Giuliano Dominici hanno infatti rinunciato al loro mandato. Il primo lo ha fatto perche' nel processo d'Appello in cui Ciancimino risponde di riciclaggio e fittizia intestazione di beni, la difesa di un altro imputato, il commercialista Gianni Lapis, ha depositato la trascrizione di colloqui tra l'avvocato Mangano e lo stesso Ciancimino. Dominici ha invece abbandonato la difesa perche' vi sono divergenze sulla linea processuale da tenere e perche' non era stato informato della partecipazione di Massimo Ciancimino alla trasmissione "Annozero" di Michele Santoro.

RITA BORSELLINO. "Non si puo' trattare con la mafia, non ci sono giustificazioni. Mi ha molto disturbato che proprio il procuratore nazionale antimafia abbia rivelato questa trattativa quasi giustificandola". Cosi' Rita Borsellino, deputato del Parlamento europeo e sorella del giudice, commenta interpellata dall'Agenzia Ami le parole di Piero Grasso. "Si saranno salvate molte vite di ministri ma si e' mandato a morire Paolo Borsellino ed i suoi uomini. Di trattative si e' parlato subito - spiega Rita Borsellino - perche' vengono fuori solo ora tutte queste dichiarazioni di persone che sanno e che per 17 anni hanno taciuto senza che si potesse fare giustizia? Non riuscire a dare una risposta a questa domanda mi crea inquietudine e amarezza". "Provo una brutta sensazione - dice Rita Borsellino - ognuno ha un pezzo di verita' che, se fosse stata messa subito a disposizione, avrebbe aiutato il percorso della giustizia. Siamo ancora lontani dalla verita'. La volonta' di fare luce c'e' da parte della magistratura mentre dalla politica si sono sentite persino lamentele sulla riapertura dei processi. O siamo tutti d'accordo nel volere la verita' oppure si ostacola chi sta lavorando". Sull'esistenza di un 'papello' elaborato da Riina per avviare la trattativa tra Stato e mafia, Rita Borsellino dice: "Che il papello esiste non ci sono dubbi. Se si riprendono le cronache del '92 se ne trovano tracce abbondanti. Erano le richieste precise che Riina poneva allo Stato per fermare le stragi".

MACALUSO. "Gran parte dei giornali italiani ha fatto del figlio di Ciancimino un eroe. Sembra che tutta l'azione antimafia in questa fase dipenda dalle sue dichiarazioni: il cosiddetto papello c'e' o non c'e'. E se c'e' cosa dice?". Inizia cosi' l'editoriale di Emanuele Macaluso, ex parlamentare del Pci, ex direttore dell'Unita', pubblicato su "leragioni.it".
"Negli anni novanta - afferma Macaluso - fu lo stesso Ciancimino a parlarne anche in un'intervista con Pansa, la Commissione antimafia ha registrato le cose dette ai magistrati di Firenze. Eppure siamo punto e a capo. Sembra che anche sull'uccisione del magistrato Borsellino, Ciancimino junior puo' dire la sua che poi dovrebbe essere quella di suo padre.
Ma lui dice e non dice. Intanto come pentito di lusso si gode la vita e protesta perche' la scorta e' insufficiente. Il giovane rampollo era finito in carcere perche' amministrava il tesoro accumulato dal padre: un tesoro macchiato del sangue che ha lastricato le strade di Palermo negli anni del sacco edilizio".
"Finiamola con queste sceneggiate a rate - scrive Macaluso -. Il reo Ciancimino dica tutto quello che sa e se tergiversa rimettetelo in cella! Finiamola di giocare con i criminali (pentiti)".

DE MAGISTRIS. "C'e' un'inquietante e per certi versi vergognosa passerella mediatica e non solo che vede sfilare esponenti istituzionali guariti dall'amnesia, che con la memoria spesso intermittente e mutevole ritrovano anche il coraggio di esprimere verita' su cui per anni non si sono pronunciati". Lo scrive Luigi de Magistris sul suo sito, spiegando: "Si tratta di persone che negli anni '90 ricoprivano incarichi importanti che offrono, anche ai media, i loro ricordi riconquistati con un coraggio ad orologeria, che scatta in modo a dir poco sospetto: in concomitanza con il recente slancio investigativo delle procure di Palermo e Caltanissetta". Secondo l'europarlamentare Idv "la trattativa e' esistita, ma resta da capire per conto e a nome di chi trattarono - per come sembra emergere - il colonnello Mori e il capitano De Donno, della cui attivita' l'allora ministro Mancino si dice inconsapevole, lasciando che si sollevi un inquietante interrogativo sulla capacita' di controllo di chi era responsabile della sicurezza nazionale oppure sollevando l'ipotesi dell'esistenza di poteri paralleli allo Stato e stile P2 che agivano autonomamente". Per de Magistris, "c'e' da augurarsi che la magistratura possa lavorare senza le interferenze della politica, ma anche da parte dello stesso ordine giudiziario che puo' insinuarsi da piu' parti, per arrivare alla verita'".

GENCHI. Sono testimone vivente dei riscontri originali sui rapporti fra Ciancimino, il Ministero degli Interni e il Ministero della Giustizia. Ero nel team investigativo di un'indagine a Palermo su mafia e appalti, un'indagine importante che secondo me rappresenta un punto di riferimento importante anche nella causale della strage di via d'Amelio". Lo ha affermato il consulente informatico Gioacchino Genchi nel corso dell'intervista rilasciata a Klaus Davi per il programma KlausCondicio, visibile su YouTube.
"Segnalai alla procura di Palermo l'acquisizione e lo sviluppo di un cellulare di Ciancimino, quindi -ha aggiunto Genchi- sono testimone vivente di quei riscontri originali sui rapporti di Ciancimino con altissimi livelli delle istituzioni. Non solo della politica, ma anche dello Stato e io trovai contatti con utenze del Ministero dell'Interno, con utenze della Giustizia, incontri a Roma, contatti telefonici romani che, purtroppo, non sono mai stati chiariti e che, secondo me, costituiscono uno dei riscontri piu' importanti alle dichiarazioni di Ciancimino per quanto riguarda le entrature negli apparati dello Stato".