La piazza era multicolore, c’erano le bandiere del Pd, Sinistra e Libertà, i palloncini rossi della Cgil, le insegne di Emergency, dell’Anci, lo striscione dei<<farabutti di RaiTre>>, i giovani, le famiglie con i bambini al seguito, che si sono urlati con una certa autoironia <<siamo tutti farabutti>>.
E poi slogan e scritte portati
come vessillo da mostrare:<<Berlusconi nuoce gravemente alla democrazia>>, una bambina aveva un cartello con su scritto:<<Caro presidente Berlusconi, imparo a leggere tutto oppure solo quello che vuoi tu?>>.
C’erano i giornalisti del Manifesto con la maglietta<<gattocomunisti>>, il gabibbo e poi loro, quelli di Repubblica, con un gazebo piantato al centro della piazza con Ezio Mauro ed Eugenio Scalfari.
Hanno scosso piazza del Popolo le parole di Roberto Saviano<<Verità e potere non coincidono mai. La libertà di stampa che vogliamo difendere è la serenità di lavorare,la possibilità di raccontare senza doversi aspettare ritorsioni>>.
Sul palco si sono alternati anche personaggi dello spettacolo, presentati da Andrea Vianello, tra i tanti, Teresa De Sio, Simone Cristicchi, Monica Guerritore, Ettore Scola e Nanni Moretti critico verso la sinistra, a buon ragione direi, visto che grazie alla loro assenza in Parlamento è stato approvato lo scudo fiscale.
E’ stata poi la volta della FNSI che ha chiesto a Berlusconi di ritirare le querele a “La Repubblica” e all’ “Unità”, del presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, che ha tenuto una lezione sui valori fondamentali della nostra Repubblica ed ha letto l’articolo21 della Costituzione:<<Tutti i cittadini hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero….la stampa non può essere soggetta a autorizzazioni o censure>> ed ha poi aggiunto<<l’informazione è il cane da guardia della democrazia>>.
In mezzo a quei colori, alla musica e al frastuono, al sole caldo e ai visi amici, ho avuto una sorta di “illuminazione”: non siamo un paese di persone serie, come abbiamo potuto consegnare il paese nelle mani di uno che denuncia i giornali perché gli pongono delle domande?
Il resto del mondo ci sta guardando con aria preoccupata,
infatti in concomitanza con la manifestazione di Roma, sono scesi nelle piazze, in segno di solidarietà ai manifestanti italiani, anche i cittadini di Londra, Parigi, Berlino e Madrid.
Le cifre dei partecipanti come al solito sono discordanti, 60mila secondo la questura, 300mila secondo gli organizzatori. Non saprei la cifra esatta, ma io ero lì e posso dirvi che ovunque mi girassi c’era gente ovunque, da lungotevere Flaminio fino a Piazza di Spagna.
E dato che ero lì è stato impossibile non notare il caos in cui è sprofondata la città, provate ad immaginare una città come Roma, già incasinata di suo, fate convogliare due manifestazioni -quella dei precari e quella sulla libertà di stampa- nello stesso luogo, con l’assenza dei vigili urbani nelle zone limitrofe alla manifestazione, metteteci i taxi e le limousine che tentano di uscire dagli alberghi, le macchine e i motorini parcheggiati che intralciano il transito dei manifestanti, i turisti incuriositi che si affacciano a fare foto alla folla colorata da bandiere e manifesti, e il caos è garantito.
Roma ha dato prova della sua disorganizzazione ed è stato scoraggiante vedere quanta approssimazione abbia dimostrato il Comune nei confronti di una manifestazione organizzata da giorni.
Nonostante ciò urli e applausi forti da migliaia di farabutti, compresa me!