Abbiamo la grande esperienza dell’Abruzzo, nel tempo necessario vi daremo le case». Con queste parole il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è rivolto ai 174 sfollati del nubifragio nel Messinese ospitati temporaneamente al Residence «Le Dune». «Quelle zone non sono più abitabili - ha continuato il premier - costruiremo nuovi quartieri sul livello di quelli de L'Aquila. I soldi non sono un problema: il governo metterà tutte le risorse necessarie e gli enti locali dovranno occuparsi di individuare le nuove aree edificabili», ha proseguito Berlusconi, prevedendo il blocco delle tasse e dei m
utui per coloro che sono stati colpiti dal disastro. «Sarò lieto di venire qui a fare il punto sullo svolgimento di ogni attività», ha promesso Berlusconi.
IL BILANCIO - In una conferenza stampa tenuta nella Prefettura di Messina, Berlusconi ha tracciato il bilancio provvisorio della strage: 22 i corpi recuperati, 13 dei quali sono stati identificati. «E temiamo - ha aggiunto il premier - che ci siano circa 40 dispersi». Il premier ha ricordato che in questi giorni sono state ricoverate in ospedale 93 persone, «ma la metà di queste» sono già state dimesse. Sono 524 gli sfollati, ospitati in quattro hotel a Messina e in altri due a Scaletta Zanclea. Per i soccorsi sono stati messi in campo 2.070 uomini e 491 mezzi. «Le persone che ho incontrato sono grate per l'assistenza che sin qui è stata fornita», ha riferito Berlusconi.
«PREVISTO, MA NON COSI'» - Nella conferenza stampa in Prefettura, Berlusconi ha affermato che l’inondazione è stata causata da una «emergenza idro-geologica eccezionale». L’evento «era stato previsto - ha detto il premier - e nel nostro centro romano era previsto con anticipo. Avevamo dato l’avviso per tempo (questo il comunicato della Protezione civile del 30 settembre, ndr), poi la precipitazione iniziata nelle prime ore del pomeriggio del primo ottobre è stata più intensa di quanto si prevedeva». «Il governo ha risposto all’emergenza in tempi molto rapidi - ha poi riferito il premier -. Abbiamo risposto in tempi molto ristretti, abbiamo attivato subito l’unità di crisi, il centro di soccorso e offerto l’assistenza sanitaria, ripristinando la viabilità e le reti e le strutture tecnologiche. Dopo il disastro abbiamo subito emanato decreto di stato d’emergenza».
GLI STANZIAMENTI - «Il governo, nel prossimo consiglio dei ministri, procederà a uno stanziamento che si aggiungerà ai 20 milioni previsti dalla Regione Sicilia», ha detto il premier. «Dopo l'Aquila abbiamo stanziato un miliardo per interventi urgenti nelle zone a rischio sismico, mi auguro che, interloquendo con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, si possa stanziare una analoga cifra per le zone a rischio idrogeologiche», ha aggiunto Berlusconi. Il premier ha anche indicato nel governatore della Regione Raffaele Lombardo il commissario straordinario che si occuperà di gestire il post-emergenza. «Non può che essere il Presidente della Regione Sicilia», ha detto il premier.
I RACCONTI - Il premier, accompagnato dal ministro all'Ambiente Stefania Prestigiacomo e dal ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, si è fermato in più occasioni a parlare con gli sfollati, che hanno elogiato il lavoro della protezione civile, delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco e che hanno però chiesto di «non essere abbandonati» dicendo di volere tornare presto nelle loro abitazioni. Il premier si è intrattenuto con le persone e ha ascoltato i loro racconti, con i momenti terribili vissuti durante la tragedia di giovedì notte.
IL SOPRALLUOGO - In mattinata, con un sopralluogo in elicottero, Silvio Berlusconi ha osservato dall'alto il crinale della montagna da dove nei giorni scorsi si è staccato il costone a Giampilieri Superiore. Il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, ha mostrato al premier la scia lasciata dal fango che è passata sul paese trascinando le case verso il mare. Bertolaso ha anche spiegato gli effetti devastanti del disboscamento della zona e ha indicato altre situazioni a rischio. Il sopralluogo è durato una trentina di minuti. Dopodiché il presidente del Consiglio è arrivato all'Hotel Capo Peloro, dove ha incontrato un primo gruppo di sfollati.
CONTESTAZIONE - Un gruppo di cittadini si è radunato in mattinata davanti alla sede della Prefettura di Messina e ha duramente contestato il ministro Matteoli. «Omicidio doloso. Aspettavano i morti per discutere del Ponte» si leggeva su un cartello, mentre la gente gridava «assassini». Nel pomeriggio un gruppo di persone, prevalentemente aderenti al comitato «No Ponte», ha proseguito le contestazioni mentre parlava il premier Silvio Berlusconi, entrato da un ingresso secondario. Dalle finestre arrivano voci e slogan di contestazione al presidente del Consiglio.