Gli infermieri denunciano di essere stati abbandonati dall’Azienda Sanitari e dal Governo Regionale che, attraverso l’assessore Russo aveva assicurato che nessuno sarebbe rimasto senza lavoro. 62 famiglie invece si trovano sull’orlo del baratro considerando che tra poco termineranno di percepire l’indennità di disoccupazione. Si tratta di un vero e proprio problema sociale che grava sull’intera provincia di Trapani, non solo per le conseguenze che stanno vivendo le famiglie di questi ex lavoratori, ma anche per l’intera cittad
inanza che dovrà fare i conti con minore e qualitativamente inferiore assistenza sanitaria che le strutture sanitarie del territorio potranno offrire.
Gli infermieri disoccupati denunciano ancora che la classe politica e l’Asp pubblicizzano l’apertura di nuove strutture e di reparti nei vari nosocomi, che in realtà restano vuoti per l’assenza di personale infermieristico. Tra i casi più eclatanti vi è quello dell’inaugurazione dell’Hospice di Salemi, ovvero una struttura per malati terminali, che malgrado la presenza di personale medico che viene regolarmente retribuito, non è ancora entrato in funzione per carenza di personale infermieristico; oppure del reparto di chirurgia di Marsala, dove al contrario di quanto annunciato dall’Assessore Russo, i posti letto sono diminuiti da 24 ad appena 8, mentre il reparto di cardiologia non è nemmeno entrato in funzione se non per la sola terapia intensiva; ed ancora all’ospedale di Salemi presso il reparto di medicina, dichiara una di loro, da circa 2 mesi il personale infermieristico impiegato, è costretto a sopportare turni massacranti proprio per carenza di personale. Insomma una vera e propria beffa per la cittadinanza dell’intero territorio provinciale che, dapprima si è visto togliere gli insegnanti dei propri figli ed ora, se malauguratamente dovesse avere bisogno di assistenza sanitaria per se o per i propri cari, sarà costretto a rivolgersi, nella migliore delle ipotesi, ad ospedali di altre province e/o in alternativa a strutture del centro/nord Italia dove, precisano gli ex precari, vi è un rapporto di 8 infermieri per ogni medico presente in ospedale ed invece in Sicilia tale proporzione è di 1,5 infermieri per ogni medico ospedaliero, con “normale” conseguenze sull’assistenza ai degenti che viene e deve essere solamente assicurata da personale infermieristico.
Una vera è propria farsa quella che sta vedendo coinvolti questi infermieri che hanno prestato il loro servizio alle dipendenze dell’ex ASL di Trapani per circa 10 anni con contratti a tempo determinato, e che ora si ritrovano disoccupati e con nessun positivo riscontro né dal Governo Regionale né tantomeno dalla nuova ASP.
Gli stessi, attraverso questa manifestazione hanno pertanto chiesto di essere assunti tutti e subito, viste le carenze che si registrano nell’intera provincia che sono di gran lunga superiori alle 62 unità che stanno protestando.
Contraddittorio quanto riferito invece dal direttore dell’ASP Dott. DE NICOLA, ad una delegazione di infermieri che ha ricevuto, nei propri uffici. Il manager ha affermato che purtroppo l’ASP deve tenere conto per le assunzioni di personale di una pianta organica, che risale a circa venti anni addietro, in base alla quale i posti vacanti risultavano essere solo 155 e che tali vacanze sono state già coperte con le assunzioni fatte dall’azienda nei mesi passati, anche se è pur vero, che al dirigente del settore personale della stessa ASP, arrivano quotidianamente richieste di personale dai vari dirigenti dei reparti che non possono portare avanti il quotidiano lavoro per carenza ed in alcuni casi assenza di personale infermieristico. L’ASP pertanto si trova con le mani legate e tutto dipende dall’assessore RUSSO a cui lo stesso dott. DE NICOLA ha chiesto un incontro prima che proceda al riordino della sanità regionale che dovrà concludersi entro e non oltre il 31 dicembre p.v. Di contro gli infermieri affermano che tale riordino, se non accompagnato dall’assunzione di personale, porterà inevitabilmente alla chiusura di numerosi reparti dei vari nosocomi, o nella migliore delle ipotesi alla drastica riduzione dei posti letto, con conseguenti evidenti disagi per i degenti che si dovranno spostare da un punto all’altro della provincia in base alle esigenze assistenziali di cui necessitano.