''Grazie al pressing delle regioni del Sud, in particolare della Sicilia e della Puglia - commenta l'assessore regionale all'agricoltura Michele Cimino - la Conferenza Stato-Regioni del 29 luglio scorso, ha gia' introdotto un importante cambiamento: gli aiuti previsti dal nuovo articolo 68 dell'Health Check (che finanzia misure accoppiate e disaccoppiate) sono stati estesi anche al grano duro''.
La condizione per ricevere il sostegno (p
revisto dalle misure disaccoppiate) e' che il ciclo di rotazione debba prevedere la coltivazione, nella stessa superficie, almeno per un anno di cereali e almeno per un anno di colture proteiche o di oleaginose. Sono state fissate le colture che devono rientrare nell'avvicendamento. I cereali sono tutti compresi: da quelli tradizionali (grano tenero, grano duro - solo di semente certificata, mais, orzo, sorgo, avena, segale) a quelli minori (farro, miglio, ecc.). Le colture proteiche ammesse al premio sono: fave, favette, favino, pisello proteico e lupini dolci. Le oleaginose ammesse sono: soia, girasole e colza. Grazie al decreto ministeriale la misura dispone di 99 milioni di euro annui da utilizzare a favore degli agricoltori che attuano tecniche di avvicendamento triennale delle colture.
L'attuazione di questo piano e' una delle priorita' stabilite dalla cabina di regia che nasce dal protocollo siglato a Bari, nel corso della convention della Fiera del Levante, alla presenza del presidente della Commissione Agricoltura dell'Ue, Paolo De Castro e del sottosegretario alle Politiche agricole, Antonio Buonfiglio. Il documento, che impegna le regioni del Sud (Sicilia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna) a elaborare sinergicamente strategie comuni nel settore agricolo ''rappresenta la sfida dell'Italia meridionale che lavora e produce e che chiede sviluppo'', ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura, Michele Cimino. ''Un Sud - prosegue l'assessore - a cui serve, pero', una forte spinta di grande respiro, una politica comune costantemente presente sul piano europeo capace di difendere il settore da una crisi che, al di la' delle emergenze, e' strutturale, che sappia valorizzazione le risorse agroalimentari e vigilare sul rispetto delle regole commerciali e produttive, soprattutto dei Paesi extraeuropei, cosi' come ha assicurato De Castro durante il suo intervento al convegno sul tema ''L'area euromediterranea di libero scambio'', che si e' svolto prima della firma del protocollo.