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25/09/2009 06:55:39

20 settembre 1870 : la breccia di Porta Pia, una data da ricordare


Sabato 19 settembre il popolo laico e radicale si è ritrovato sul piazzale di Porta Pia, luogo simbolo della laicità, con la bandiera italiana a lutto in onore ai caduti di kabul e ai bersaglieri di Porta Pia “entrambi impegnati a sconfiggere gli estremismi”, la bandiera del partito radicale e poi c’erano loro, le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, come se fossero ad un G8.
Il 19 settembre in occasione dell’anniversario della Breccia di Porta Pia,
le Associazioni radicali Anticlericale.net e Certi Diritti, insieme a Radicali Italiani, Associazione Luca Coscioni, Nessuno Tocchi Caino, Associazione per il Divorzio Breve, Radicali Roma, Comitato Ernesto Nathan, Agorà Digitale e Ass. Radicale Antiproibizionisti, hanno promosso la Marcia Anticlericale per commemorare la data del XX Settembre 1870.
Le intenzioni della marcia erano quelle di toccare tutti i luoghi significativi della storia anticlericale della città di Roma, da via xx settembre, piazza del Quirinale, via del Plebiscito, e poi Campo dè Fiori (passando da Piazza Benedetto Cairoli), luogo simbolo degli anticlericali, dove fu arso vivo Giordano Bruno il 17 febbraio 1600, condannato dall’Inquisizione perché considerato eretico; poi Castel Sant’Angelo, luogo di prigionia e di esecuzioni capitali per opera del potere pontificio, fino ad arrivare a Piazza Pio XII, area di confine tra lo Stato italiano e il Vaticano.
Ma quest’anno il questore Giuseppe Caruso, ha detto no poiché nella città di Roma sarebbe possibile svolgere cortei seguendo esclusivamente uno dei sei percorsi fissi stabiliti dal protocollo suddetto.
La cosa grave è che con questo divieto sono stati violati, per l’ennesima volta, i più elementari diritti costituzionali, in particolare gli Artt. 1, 7, 17 e 21.
Cosi il popolo laico e radicale si è ritrovato nel piazzale di Porta Pia alle 14.30, con i suoi protagonisti:Sergio Rovasio che ha guidato gli interventi, Emma Bonino, Rita Bernardini, Marco Perduca, e poi, tra i tanti Donatella Poretti, Maurizio Turco e Michele De Lucia.
Il primo intervento è stato quello di Emma Bonino, sempre lucida e attenta, <<questa è una presenza testarda perché nel clima attuale del nostro paese ci vuole coraggio persino per fare una manifestazione che giusto perché non si propagandi troppo viene limitata dal questore su questo lato della strada, fosse mai che qualcuno ci veda sfilare in giro per Roma>>.
Forti gli interventi di disdegno e costernazione, c’era un cartello con su scritto:<<il sindaco di Roma:Chi l’ha visto?>>, il tono ironico nasce dal fatto che lo scorso anno il Comune di Roma ha commemorato i zuavi pontifici anziché i bersaglieri. Sottolineo questo fatto non per essere polemica, ma per sottolineare che la classe politica è totalmente genuflessa al potere vaticano e si è completamente dimenticata che l’Italia è prima di tutto uno Stato laico.
Il “coordinatore”degli interventi a questa manifestazione è stato Sergio Rovasio, che tra un intervento e l’altro ha letto ogni volta le tappe che avremmo dovuto toccare.
C’è una storia su Giordano Bruno, arso vivo il 17 febbraio 1600 perché considerato eretico, che forse non tutti sanno.
Sin dal 1876 un comitato studentesco, aveva iniziato la sottoscrizione per la costruzione di un monumento in onore del filosofo, martire del libero pensiero, raccogliendo adesioni di importanti filosofi. Dopo questa grande campagna il pontefice di allora minacciò di abbandonare Roma e di rifugiarsi nella cattolica Austria qualora la statua fosse stata esposta al pubblico. Evidentemente non lo fece, ne lo fecero i suoi successori.
<<Questa è la dimostrazione che i papi non mantengono le parole, perché dopo che Giordano Bruno è stato messo a Campo de Fiori il papa se ne doveva andare e non dobbiamo essere così egoisti da tenercelo sempre noi, è giusto che il Papa vada ogni due anni anche negli altri paesi ...>>.