Dall'esame approfondito dei dati dell'operatore telefonico eseguito dal prof. Roberto Cusani, ordinario di Telecomunicazioni all'Università "La Sapienza" di Roma, emergerebbero quindi nuovi el
ementi sulla misteriosa sparizione della bambina.
Il telefono di uno dei sospettati, la notte tra l'1 e il 2 settembre, mostra uno spostamento da Mazara del Vallo a un paese della periferia palermitana. Lo prova la traccia lasciata dal suo cellulare che si è collegato ad un ponte radio nei pressi di Palermo. Dalle intercettazioni telefoniche emerge anche che il proprietario dell'apparecchio quella stessa notte avrebbe fatto cenno a Denise in alcune conversazioni.
Dopo una prima analisi del dato telefonico da parte di un primo consulente della Procura si era parlato di effetto "Peter Pan" del telefono (un fenomeno secondo il quale il segnale risulterebbe ubicato in più posti diversi contemporaneamente, n.d.r.), e quindi di elemento non utile alle indagini. Il telefono cellulare si sarebbe acceso alle 6:15 in una città nelle vicinanze di Palermo, alle 6:18 in una città della provincia di Trapani e alle 6:25 in un ponte radio nella periferia di Trapani. Con una tempistica improbabile viste le distanze tra le due città.
Ora, invece, il prof. Cusani ha chiarito che quei segnali erano dati semplicemente dal fatto che l'apparecchio, essendo non raggiungibile, era stato cercato più volte da un altro utente che cercava di raggiungerlo nelle ultime celle in cui era stato collegato. Quindi, al contrario, i dati emersi sono di un certo rilievo.