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21/09/2009 16:02:24

Il Consiglio Provinciale ricorda i caduti di Kabul e il giudice Livatino

L’Aula, su invito dello stesso Presidente Poma, ha poi osservato un minuto di silenzio e di raccoglimento.

Qui di seguito il testo integrale dell’intervento del Presidente del Consiglio Provinciale:

Sig. Presidente, Sigg.ri Assessori, Sigg.ri Consiglieri, Gentile Pubblico,
alle ore 11,00 di oggi, peraltro giornata di lutto nazionale, l’Italia si è fermata per un minuto di raccoglimento in concomitanza con i solenni funerali dei nostri soldati morti lo scorso 17 settembre nel sanguinoso attentato di Kabul in Afghanistan.
Sento quindi forte l’esigenza di rivolgere, a nome anche dell’intero Consiglio Provinciale di Trapani e di tutti i gruppi politici in esso rappresentati, un doveroso omaggio alla memoria dei paracadutisti della “Folgore” che, nell’adempimento del loro dovere di militari, hanno pagato il prezzo più alto che dei giovani uomini possono pagare: quello della propria esistenza.
Pertanto, a nome mio personale e di tutta l’Aula, esprimo la più sincera e sentita costernazione, nonché il sentimento di grande dolore che in questi tragici momenti pervade il nostro cuore e i nostri animi per l’ignobile gravissimo atto di assurdo e ingiustificabile terrorismo che ha così crudelmente spezzato la vita non solo di 6 giovani militari italiani (e di tanti civili di quella Nazione) ma anche delle loro famiglie e dei loro cari ai quali va il nostro più profondo cordoglio.
A nome di tutti i colleghi Consiglieri, sento inoltre il dovere di esprimere la massima solidarietà ed il pieno incondizionato sostegno, umano e politico, a tutti i componenti del nostro contingente militare che anche a Kabul, pur nell’immane sacrificio, hanno reso onore al nostro Paese e difeso i più importanti ideali dell’umanità: quelli della libertà e della pace.
Oggi non è altresì possibile non ricordare che proprio 19 anni or sono, il 21 settembre del 1990, veniva stroncata un’altra giovane vita: quella del giudice Rosario Livatino, il magistrato del Tribunale di Agrigento spietatamente assassinato dalla mafia, a 38 anni non ancora compiuti, soltanto perché “colpevole” di essere un giudice che faceva il proprio dovere senza lasciarsi intimorire o corrompere, perché applicava le leggi in maniera imparziale, perché era un uomo integerrimo.
Vi ringrazio e Vi invito ad osservare un minuto di silenzio e di raccoglimento.