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19/09/2009 06:12:07

A Roma il popolo gay usa le fiaccole per dire no alla violenza

Comincio da una cosa ovvia, che ovvia rischia di non essere per chi non vive qui a Roma e per chi non è avvezzo a leggere i quotidiani o a guardare i tg.
Spero che gli ultimi casi di violenza verso la comunità gay non siano passati sottovoce, in caso ve li ricordo: il 5 agosto a Pisa la sede del portale Gay.it è stata imbrattata con scritte omofobe e simboli fascisti, oppure Christian Ceccarini e Daniele Priori sono stati aggrediti a Rimini dal vicino di casa: <<voi dovete sparire da qui, siete la vergogna del condominio>>.
La lista si allunga con i due ragazzi Giuseppe e Dino aggrediti nella notte tra il 21 e il 22 agosto fuori dal gayVillage da Alessandro Sardelli, in arte Svastichella, un poveretto di 40anni che entra ed esce dal carcere per aggressioni e spaccio.
Svastichella ha inferto ad uno una coltellata nell’addome e all’altro una bottigliata di vetro in testa perché “gli dava fastidio che due uomini si baciassero in pubblico”.
Questo è un periodo strano per la mia città, per il nostro Paese, tutti si sono scoperti moralisti e perbenisti, però nessuno si è indignato di fronte ad un uomo, un potente, un 73enne che va con una ragazzina di 17 anni, che si fa aspettare nel lettone grande da una prostituta, e che poi si giustifichi in pubblico col suo solito sorrisetto sornione e dica:<<Non sono un santo>> fregandosene alla grande dei problemi del paese.
La lista non è finita, perché qui a Roma nonostante l’esercito, la polizia i carabinieri e i vigili urbani in “assetto da guerra”, non si respira aria di sicurezza e non mi sto riferendo solo in relazione agli ultimi fatti di cronaca, ma il discorso riguarda tutte le categorie più deboli (dalle donne ai bambini, dagli immigrati ai nomadi).
Nella notte del 19 agosto ennesima violenza, stavolta il malcapitato si chiama Emilio Rez, cantautore gay.
Incontro Emilio l’11settembre qui a Roma a piazza Navona in occasione di una fiaccolata organizzata dalla comunità gay che ha come slogan We have a dream. Il titolo così ambizioso nasce dal fatto che la prima fiaccolata della comunità gay si è svolta lo scorso 28 agosto, stesso giorno nel quale nel 1963 a Washington, durante la marcia per il lavoro e la libertà degli afroamericani, Martin Luther King pronunciò le storiche parole: I have a dream.
Emilio, originario di Torre Annunziata, ha 24 anni, è un concentrato di creatività, colore e fantasia. Impossibile non notarlo, ha un completo nero, giacca e pantalone di paillete, sotto una canottiera mezza zebrata, collane, bracciali, scarpe a punta argentate ed è truccatissimo.
Ci sediamo su una panchina di piazza Navona e cominciamo a parlare, la prima domanda riguarda ovviamente l’aggressione.


Emilio mi spieghi cosa è successo di preciso la notte del 19 agosto?
Poco dopo le tre del mattino del 19 agosto esco con amici da un bar di via Magna Grecia e mi incammino verso casa.
All’angolo di piazza Tuscolo mi ferma un ragazzo, avrà avuto 25 anni, parlava bene l’italiano, e mi chiede dove sia san Giovanni.
Glielo indico e dopo 10 minuti me lo sono ritrovato dietro che sbraitava:<<brutto frocio, mi hai detto una cazzata>>.
Allora mi sono scusato e gli ho detto scusa non so dove devi andare di preciso.
Lui continuava ad insultarmi così mi sono messo a correre e mi sono rifugiato in una cornetteria di via Albalonga in mezzo alla gente.
Nonostante ci fossero proprietari, dipendenti e clienti m’è saltato addosso.

Chi è intervenuto?
Nessuno, c’era chi ha continuato a mangiare, chi lavorava come niente fosse, solo un ragazzo di colore ha cercato di bloccarlo, ma quel pazzo è riuscito a liberarsi e mi è venuto di nuovo contro.

Emilio secondo la polizia risulta solo il tentativo di rubarti la borsa e non l’aggressione.
Ha provato a strapparmi la borsa solo dopo avermi menato.

-In 4 anni e mezzo che vivi qui a Roma è la quinta volta che vieni aggredito. I due ragazzi che si stavano baciando fuori dal gayvillage e che sono stati aggrediti da quel tizio (Alessandro Sardelli, in arte Svastichella), hanno detto che presto lasceranno l’Italia e andranno a vivere all’estero.
Tu c’hai mai pensato?
NO, mai. Non scappo dalle persone che mi sono contro, non li affronto con la stessa voglia di loro, cioè quella di abbattermi.
Con le persone ho un rapporto meraviglioso. E’ ovvio, magari rimangono incuriosite dal mio aspetto esteriore, io ci parlo e dopo ci facciamo una risata.
Non mi circondo di persone che non mi vogliono bene.
Un mio carissimo amico Fabio ha sempre provato fastidio per gli omosessuali, io gli ho fatto comprendere un nuovo mondo. Qualsiasi cosa può cambiare.
I problemi ci sono, è evidente, ma se tutti vanno via perché subiscono un torto è la fine.

Rimango quasi senza parole. Scusa ma cosa ti piace di un paese che sta tornando indietro, o che forse non è mai andato avanti?
Penso che la società italiana sia come le multicentrum, complete dalla A alla Z,
per avere una legge scendiamo in piazza pacificamente, se il governo vuole darci le spalle penso sia meglio che se ne vada a casa.
Su certi temi non ci deve essere solo il simbolo politico, non si può ascoltare solo chi ci piace.

Parliamo un po’ di te, Quando hai detto alla tua famiglia di essere gay?
Cinque anni fa.
Un giorno, mentre intrattenevo il mio pubblico ad una kermesse, mio padre ascoltò certi commenti su di me, dalla rabbia sfasciò mezza casa.
Fui cacciato via, ma non mi persi d’animo. E così le stazioni della circumvesuviana diventarono i miei provvisori appartamenti.
Insomma non la presero bene, devo dire che il tempo è stato un ottimo medico, oggi mi comprendono pienamente.
Si sono avvicinati soprattutto nell’ultimo episodio di violenza nei miei confronti.

Scusa Emilio, so che non dovrei dirlo ma è un comportamento disgustoso e vigliacco. Non l’avrei mai fatto e mi rattrista pensare a quel momento della tua vita.
Tu no, ma la maggior parte delle persone non sono preparate.
Il fatto è che i genitori devono avere il compito di educare un figlio e non di investire sul suo futuro.

Ti sono mai venuti a vedere ad uno dei tuoi spettacoli?
Si, quando possono vengono.

Sono andata in giro a curiosare sul web, ho visto il tuo myspace,
complimenti, belle le foto. Ho ascoltato anche le tue canzoni(Non ci sto più, Tremenda…) Non dirmi che vuoi fare il cantante?? È un periodo di crisi…
Ma non sono io che ho scelto di fare il cantante, è la musica che ha scelto me.

Perché questo titolo e Qual è il messaggio che vuoi lanciare con “Tremenda”?
Tremenda perché un mio amico Maurizio, ogni volta che mi vedeva mi diceva:<<ma sei tremenda!>> e io gli chiedevo <<scusa perché>>? <<Ma non vedi come sei vestito?>>.
Mentre il messaggio che voglio lanciare è che bisogna essere liberi con se stessi. Di non farsi troppi problemi con la vita.
Alla fine dico:<<devi esprimere te stesso, e mai il represso, al costo di rischiare tutto!>>, questo è il messaggio, eliminare l’idea di nascondersi.

Perché hai scelto proprio la musica per lanciare messaggi, potevi scegliere anche la scrittura, il teatro?
Ho iniziato come teatrante. Ho lavorato dieci anni in teatro, ho poi capito che per me la recitazione era un limite.
Avevo bisogno della musica, perché ho più modo di esprimermi, i miei sono degli show.

Che musica ascolti?
Tutta. Dalla classica con Bach fino al pop italiano.

Sono un po’ confusa. Mi sembri vestito più come me, però ti fai chiamare Emilio…insomma non ti piacerebbe avere un nome d’arte?
Bhe intanto questo mio modo di vestire, queste paillete, sono sinonimo di personalità, il mio nome,Emilio, mi rappresenta.
Rez invece l’ho sognato. In una notte di marzo del 2000 ho sognato di essere presentato al Maurizio Costanzo Show come Emilio Rez, quindi da quel sogno io sono Emilio Rez. Pensa che emozione sette anni dopo essere presentato davvero da Maurizio Costanzo come Emilio Rez.

E il tuo vero cognome qual è?
L’ho dimenticato. (sorride)

L’intervista è finita, ma voglio chiederti sei felice?
Si.
Sei innamorato?
Si, non potrei stare senza. I miei amori sono solo platonici, ho imparato ad amare pur senza stare con una persona.
Sono un italiano un po’ retrò, demodé, non si vede?
Ho avuto tre storie importanti: due con dei ragazzi e una con una ragazza, ovviamente tre storie completamente diverse.

Ci avviciniamo insieme al centro di una Piazza Navona quasi surreale, perché negli altri giorni è una delle piazze più rumorose e caotiche di Roma, mentre ieri sera le persone erano ordinate, nessun tono alto e nessuna offesa.
La folla era racchiusa in cerchio, tutti hanno avuto la possibilità di parlare ad un megafono, unica regola:non superare i tre minuti, affinché tutti potessero dire la loro.
Nessun simbolo politico, solo bandiere della pace, candele e fiaccole, qualche cartello e poi le persone. Sottolineo le persone senza stare a distinguere che ieri sera ci siamo ritrovati un po’ tutti, sia il popolo gay che quello etero, senza alcuna distinzione, insieme per dire no alla violenza contro le minoranze.

Gli interventi sono forti, mi ha colpito una mamma commossa che ha detto :<<sono la mamma di un ragazzo gay, è stato picchiato, non deve più succedere!>>.
Le voci si succedono come un fiume in piena, tutti vicini, chi per mano, chi abbracciato.
C’è un ragazzo che ha letto alcuni articoli della Costituzione, mettendo accento sull’articolo Articolo 3:<<Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali>>.
Poi sento un signore piuttosto irritato che dice:<<Roma è una città genuflessa al potere vaticano, non ne possiamo più>>.
Mi avvicino a lui, si chiama Sergio Rovasio, è il segretario dell'Associazione Radicale Certi Diritti.
<<Stasera Alemanno è al gayVillage, poi però quelli del suo partito non si sognano neppure di approvare una legge contro l’omofobia>>.
In realtà Alemanno negli ultimi tempi sembrava volesse dare un segno di rottura con una certa politica di destra, che appoggia quel polpettone di idee che vanno dal rifiuto delle minoranze (clandestini, profughi, rifugiati, ) al ritorno delle ronde.
Suonano strane oggi le parole del nostro sindaco perché qualche anno fa lui e il suo partito si rifiutarono di firmare una legge contro l’omofobia.
Non vedo molti spiragli di cambiamento, visto che al gay village l’altra sera Alemanno ha espresso parole di condanna riguardo le ultime aggressioni, ma ha detto chiaramente di essere contrario ai Dico e ai Pacs, perché << Non tutti i sentimenti umani devono avere un riconoscimento per legge>>.
Chiedo a Sergio Rovasio, Secondo lei gente come Svastichella o il tizio che ha aggredito Emilio Rez si sentono con le spalle coperte da un sindaco di destra come Alemanno, che tra l’altro non ha espresso nessuna contrarietà alla nomina di un ex naziskin a capo dell’Ama?
Certo, sicuramente c’è un appoggio ideologico, ma vorrei precisare che le aggressioni ai gay sono sempre avvenute, adesso c’è una tale attenzione mediatica che fa esplodere diverse conseguenze, tra le quali quella dell’emulazione.

Nel suo intervento ha parlato di una manifestazione.
Si, il 19 settembre in occasione dell’anniversario della Breccia di Porta Pia, le Associazioni radicali Anticlericale.net e Certi Diritti, insieme a Radicali Italiani, Associazione Luca Coscioni, Nessuno Tocchi Caino, Associazione per il Divorzio Breve, Radicali Roma, Comitato Ernesto Nathan, Agorà Digitale e Ass. Radicale Antiproibizionisti, hanno promosso la Marcia Anticlericale per commemorare la data del XX Settembre 1870.
Questa manifestazione intende toccare alcuni luoghi significativi della storia anticlericale della città di Roma.
Tipo?
Sono molti i luoghi, tra i tanti Campo dè Fiori (passando da Piazza Benedetto Cairoli), luogo simbolo degli anticlericali, dove fu arso vivo Giordano Bruno il 17 febbraio 1600, condannato dall’Inquisizione perché considerato eretico; poi Castel Sant’Angelo, luogo di prigionia e di esecuzioni capitali per opera del potere pontificio; Piazza Pio XII, area di confine tra lo Stato italiano e il Vaticano.
Ci rivediamo il 19 alla manifestazione?
Si, ma vorrei sottolineare che la Questura di Roma per la prima volta ha opposto il suo diniego allo svolgimento della Marcia.
La Marcia si farà ugualmente per onorare la memoria dei caduti vittime del potere clericale e per commemorare la lotta per la libertà del Risorgimento italiano. In caso ci faremo arrestare tutti.







 



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