Figlio del titolare di un antico bar ormai chiuso del centro cittadino (quello appena fuori Porta Garibaldi), l'uomo, da qualche tempo, lavorava al Bar Esmeraldos.
La morte lo ha colto non distante dal suo luogo di lavoro. Un infarto fulminante, infatti, lo ha stroncato mentre, mercoledì pomeriggio, percorreva la statale 188 per Salemi, all'altezza del quartiere popolare di Amabilina.
Qui, secondo un testimone, sarebbe accaduto qualcosa di moralmente assai riprovevole. Mentre si era in attesa dell'arrivo dell'ambulanza (a chiamare il 118 è stata una persona che si era accorta di quanto stava accadendo), due giovani si sarebbero, infatti, avvicinati all'uomo ormai agonizzante affermando di conoscerlo. Avrebbero fatto finta di prestargli soccorso. Poi, si sono rapidamente allontanati.
Quanto accaduto si intuiva poco dopo. Al momento in cui si cercava di identificare la vittima. Si frugava, infatti, nelle sue tasche per trovare un documento d'identità, ma non si trovava nulla.
''Quei due, allora, gli hanno rubato il portafogli'' diceva una delle persone presenti sul luogo. ''Io, però, li conosco - aggiungeva il testimone - e li andrò a prendere direttamente a caso loro…''. Pare, si tratti di giovani che abitano nel vicino quartiere di Amabilina, una zona della città dove è piuttosto alto il tasso di microcriminalità.
Sconcerto, naturalmente, destava la notizia che al poveretto, in fin di vita, e quindi non in grado di difendersi, era stato addirittura sottratto il portafogli. Un gesto, se confermato, gravissimo sul piano morale, ancora prima che su quello penale.
«Non meno grave - dice un inquirente - è il fatto che chi si è accorto di un gesto del genere n
on si sia subito recato dalle autorità competenti per sporgere denuncia. Questo, naturalmente, denota mancanza di senso civico…».
Né può raccontare alcunché Giuseppe Profumo, poi trasportato in ambulanza al Pronto soccorso dell'ospedale di Cardilla, distante non più di un paio di chilometri.
Nonostante la gran corsa a sirene spiegate, però, per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Il barista era ormai morto e ai medici non è rimasto altro da fare che constatarne il decesso.
Antonio Pizzo