Polonia, Russia, Ucraina, Ungheria e Stati Uniti) tra i quali illustri esponenti come il Direttore Generale del CERN, il Nobel Gerardus‘t Hooft e molti altri. Alla sessione di sabato ha portato i suoi saluti il Presidente della Commissione Ambiente del Senato, Antonio d’Alì, che ha posto all’attenzione dei fisici il tema dei provvedimenti da prendere – su scala non solo nazionale ma mondiale – per risolvere i problemi della crisi ecologico-ambientale ed energetica che incombono. «Il pericolo – ha detto Zichichi – è che ingenti somme vengano spese nella speranza di risolvere problemi la cui origine non è stata capita». C’è bisogno di un legame diretto tra la vera grande scienza e la politica. L’Italia, grazie alla Fondazione e Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana, di Erice, al Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi di Roma e il CERN di Ginevra può assumere una posizione di straordinario interesse per dare nuovo impulso su come affrontare questi problemi: proporre l’uso dei fondi (che il nostro Paese dovrebbe pagare come penale prevista dal Trattato di Kyoto; 500 milioni di Euro l’anno) per la ricerca scientifica di frontiera con progetti da realizzare congiuntamente tra Erice (Fondazione e Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana), Roma (Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi) e Ginevra (CERN). «In vista della Conferenza di Copenhagen – ha detto il Senatore d’Alì – sarà compito della Commissione Ambiente del Senato, convincere il Governo Italiano della estrema necessità che si porti nel cuore della comunità scientifica questa nuova grande alleanza che ha l’obiettivo di evitare la perdita di ingenti risorse senza alcuna motivazione scientifica. Le credenziali scientifiche sono senza concorrenza quando si mettono insieme le tre Istituzioni citate. Dedicare queste ingenti somme al potenziamento della ricerca scientifico-tecnologica per lo studio delle problematiche ecologico-ambientali sarebbe un passo enorme verso la salvaguardia dei tesori ambientali di cui è ricca l’Italia».