A Licari rispondono i dirigenti del Pd di area ex Margherita, tra cui Antonella Milazzo e Antonio Vinci, suo collega in consiglio comunale.
Scrivono i “frondisti”: "Le dimissioni del Segretario del circolo del Partito Democratico giungono in un momento molto delicato per la vita del partito. Fin dalle primarie del 14 ottobre 2007, intraprendendo un percorso faticoso ed esaltante, con lealtà e coerenza abbiamo lavorato al processo di costruzione di un PD aperto, plurale, frutto di una reale sintesi tra le culture riformiste".
Poi, un primo elenco di "precedenti": "Avevamo auspicato che il PD marsalese riuscisse ad attuare una rielaborazione politica capace di includere tutte quelle realtà cittadine che si sono avvicinate a questo nuovo soggetto politico. Senza annessioni né egemonie. Purtroppo, già il 20 marzo 2009, alcuni componenti della segreteria, con grande rammarico, avevano dovuto prendere atto dell’atteggiamento di chiusura del segretario e, dopo una paziente ma inutile attesa, si erano visti costretti a fare un passo indietro, dimettendosi dalla segreteria citta
dina. Il 10 luglio, un gruppo di dirigenti del partito, lamentando la palese insufficienza dell’azione politica della segreteria cittadina, chiedeva che si procedesse ad una tempestiva convocazione dell’assemblea di circolo, al fine di ripristinare, con un aperto e franco dibattito, i canoni minimi della democrazia interna.
E’ ben grave, infatti, che mai il segretario abbia voluto convocare l’assemblea per una verifica politica, privando di fatto i componenti della possibilità di incidere sulla vita del Circolo”.
Queste le contestazioni politiche. I firmatari entrano anche nel vivo della polemica sul tesseramento, accusando Licari di inadempienze, e lasciando intuire ancora una volta il quadro di un partito incapace a decidere su tutto: “Il 20 luglio, la maggioranza dei componenti dell’ufficio adesioni (nominato dalla segreteria provinciale per l’inadempienza del segretario Licari) lamentava la sistematica violazione delle più elementari regole di partecipazione democratica anche nella gestione del tesseramento.
Proprio il segretario di circolo ha infatti preteso, a più riprese, la consegna di centinaia di tessere, mentre i gazebo all’uopo predisposti rimanevano vuoti e molti componenti dell’assemblea non venivano neanche contattati per il tesseramento. Mentre, ripetutamente contattato, si rifiutava di siglare le tessere sottoscritte da molti simpatizzanti.
Oggi, con un documento pesantemente offensivo, si tenta di ribaltare la verità dei fatti, gettando discredito sull’intero partito, sul tesseramento e sulla serietà dei dirigenti che lo hanno gestito. Offese gratuite ed inaccettabili, dal punto di vista politico e personale. Evidentemente il caldo di agosto gioca brutti scherzi e fa fare errori di calcolo. Infatti, i voti ricevuti dal Pd, a Marsala, alle ultime politiche (cui si deve fare riferimento per il tesseramento e per i delegati) sono più di 12.000! Non esiste quindi la sproporzione evidenziata dal Licari”.
I firmatari accusano Licari anche di “palese ignoranza, peraltro, delle norme che regolano il partito ed il tesseramento; ivi compresa la circolare emanata il 2 luglio dall’ufficio tesseramento nazionale (firmata dall’On Migliavacca) che imponeva alle segreterie provinciali di rilasciare le tessere a chiunque ne facesse richiesta. E ciò proprio per evitare che nei comuni si potessero adottare comportamenti di chiusura o, addirittura, discriminatori. Un tesseramento che è stato certificato da una commissione provinciale di garanzia”.
Secondo Milazzo e soci il tesseramento del Pd non è né falso né gonfiato, anzi: “Questo tesseramento consentirà al Pd di Marsala di avere il più alto numero di delegati della provincia. Cosa di cui qualunque segretario dovrebbe essere estremamente orgoglioso. Chi lamenta oggi, arbitrariamente, chissà quali inciuci o “pacchetti”, dovrebbe ben sapere che nel PD non è ammesso l’istituto della delega. Ogni tesserato dovrà quindi recarsi personalmente a votare alle convenzioni. A ben poco servono pertanto i vecchi trucchi che sono, fortunatamente, per sempre alle nostre spalle. Vecchi arnesi dei partiti del secolo scorso”.