LA CRONACA DI QUEI GIORNI. La piccola Denise Pipitone è nata il 26 ottobre del 2000, a Mazara Del Vallo (TP), Sicilia.
Appena il tempo di servire in tavola la pasta per il pranzo e Denise
Pipitone era sparita dal marciapiede davanti alla porta di casa dove stava giocando. la scomparsa è avvenuta intorno a mezzogiorno dell'1 settembre 2004 a Mazara del Vallo (Trapani) in via Domenico La Bruna, angolo, via Castagnola, che porta velocemente all'autostrada. Denise ha svoltato l'angolo della strada, per rincorrere un cuginetto, dove abita una zia della bambina che ha riferito di averla vista l’ultima volta intorno alle 11,45 fare capolino e poi tornare verso casa, dove non vi ha fatto ritorno, il tutto è successo in pochi minuti.
Un mese e mezzo dopo la sua scomparsa, esattamente il 18 ottobre 2004, una guardia giurata, che lavorava per un istituto di vigilanza, ha notato davanti alla banca di Milano dove prestava servizio, un gruppo di nomadi, un uomo, due donne e tre bambini.
Uno di questi, una bambina che somigliava a Denise Pipitone, aveva il capo coperto dal cappuccio di un giubbotto nonostante la giornata calda. Il gruppo si è allontanato prima dell'arrivo della volante della Polizia, prontamente avvertita, nonostante che l'uomo abbia cercato di intrattenere la bimba. La guardia giurata ha comunque fatto in tempo a registrare alcune immagini con il suo cellulare. In uno dei video, subito consegnati agli inquirenti, si sente la donna (presunta madre) che dice alla bimba "Danàs" e lei che risponde in perfetto italiano"Dove mi porti?". Uno dei documenti filmati, della durata di pochi secondi, è stato mostrato per la prima volta la sera di domenica 20 marzo, il giorno dopo che la madre di Denise Pipitone aveva dichiarato alla stampa di essersi convinta che la bambina ripresa era sua figlia. Inoltre la guardia giurata, ha notato il graffio sotto l’occhio sinistro come aveva all’epoca proprio Denise, anche dagli esami svolti sul viso di quella bambina, dai Ris dei Carabinieri, Hanno dichiarato che era alta la probabilità che quella bimba potesse essere proprio Denise Pipitone, perché avevano riscontrato molti punti in comune del viso tra le due bambine, non certezza per mancato riscontro con esame del DNA.
Nonostante gli svariati appelli fatti dalla mamma di Denise, e le ricerche effettuate dalle autorità nell’immediatezza in tutti i campi Rom del posto, nessuno dice di aver visto quella donna, quella bambina, e quel gruppo, nessuno conosce nessuno. Svaniti nel nulla.
Non si pensa che Denise sia stata sequestrata sotto casa dai Rom, ma che potrebbe essere stata affidata a loro in un secondo momento, o (seconda Fase) del sequestro. Denise potrebbe già trovarsi sistemata con un'altra famiglia, ipotesi che per eventi successi non vanno scartati.
GLI ULTIMI SVILUPPI DELLE INDAGINI. Non è ancora stata scritta la parola fine nelle ricerche di Denise Pipitone, la bimba di tre anni e mezzo sparita nel nulla, l'1 settembre del 2004 a Mazara del Vallo (Trapani) mentre giocava con i cuginetti vicino casa della nonna. Nonostante la chiusura delle indagini su quelli che sono e restano i principali indagati per la scomparsa della piccola - la sorellastra Jessica Pulizzi, minorenne all'epoca dei fatti, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, accusato di false dichiarazioni al pm - e nonostante la richiesta di archiviazione per un'altra tranche di indagati - l'ex pentito Giuseppe D'Assaro, l'uomo che ha sostenuto che la piccola sarebbe morta, e alcuni familiari del padre naturale della bambina - spuntano nuovi elementi, che potrebbero riaprire piste sospese e dare elementi per stabilire, finalmente, la verità.
Le nuove risultanze sono state presentate ieri dal difensore della mamma di Denise, Piera Maggio, durante l'udienza che avrebbe dovuto decidere se archiviare o meno la posizione di D'Assaro e degli altri indagati da lui chiamati in causa in una serie di dichiarazioni che non sono state ritenute credibili dagli inquirenti. In particolare, secondo il perito di parte della famiglia Roberto Cusani, professore ordinario di Telecomunicazioni alla Sapienza di Roma, ci sarebbero tracce di alcuni indagati in direzione di Palermo. Nel dettaglio l'esperto ha esaminato le tracce agli atti relative al periodo immediatamente vicino al rapimento della bimba. E nella notte tra l'1 e il 2 settembre - poche ore dopo la scomparsa della piccola - il segnale del cellulare di uno degli indagati passa da Mazara del Vallo sino alla zona di Carini (Palermo).
Un elemento da approfondire, insieme ad un'altra decina di spunti di indagine che a parere della famiglia della bimba vanno presi in ulteriore considerazione. L'importante, comunque, è non fermarsi. Passeranno però alcune settimane per sapere se il giudice accoglierà o meno le richieste. L'udienza infatti è stata rinviata.
Una scomparsa che ha tenuto col fiato sospeso l'Italia intera, quella di Denise. La bimba aveva quasi quattro anni quando in un lampo, mentre giocava vicino casa della nonna, è sparita, poco prima di pranzo, l'1 settembre del 2004. Scartata l'ipotesi dell'incidente, le indagini hanno puntato subito sulla pista familiare. Secondo gli inquirenti un ruolo, nella sparizione della bimba, l'avrebbe avuto la sorellastra Jessica, che avrebbe portato via la piccola per punire la mamma di Denise, da lei ritenuta responsabile della fine del matrimonio tra i suoi genitori. Portano invece a Palermo le dichiarazioni ritenute non credibili dell'ex pentito D'Assaro. L'uomo, ex compagno della zia di Denise Rosalba Pulizzi - sorella del padre naturale della piccola - ha detto che la bambina sarebbe morta accidentalmente a Palermo, a causa di un'overdose di farmaci, poco dopo il sequestro. Sarebbe stato lui stesso a disfarsi del corpicino, gettandolo in mare. Una ricostruzione a cui gli inquirenti non hanno dato credito. E a cui mai ha voluto credere mamma Piera, che spera ancora di riuscire un giorno a riabbracciare la sua piccola, che ad ottobre prossimo, se è ancora viva, compirà nove anni.
REAZIONI. Alla vigilia del quinto anniversario della scomparsa a Mazara del Vallo della piccola Denise, il Presidente del Consiglio Provinciale di Trapani, Peppe Poma, ha scritto alla Sig.ra Piera Maggio per manifestarle vicinanza umana, disponibilità ad appoggiare le sue iniziative e ammirazione per il grande coraggio sempre dimostrato. Questo comunque il testo della nota che il Presidente Poma ha inviato alla mamma della piccola Denise:
Gent.ma Signora,
sono ormai trascorsi cinque lunghi anni da quando, il 1° settembre del 2004, la sua piccola e amatissima Denise, che non aveva ancora compiuto i 4 anni di età, sembra essere letteralmente svanita nel nulla mentre giocava serenamente sul marciapiede di casa. Ed è proprio questo “svanire nel nulla”, a mio parere, che, se possibile, ha reso in questi anni la vicenda (e continua a renderla tuttora) ancora più triste, più amara, più tormentosa e umanamente inaccettabile anche se, paradossalmente, proprio l’assoluta mancanza di notizie e di riscontri può fondatamente alimentare la fiamma della speranza.
Quella di domani è una data che fa dolere il cuore di tutti noi perché costituisce il quinto anniversario di una sofferenza che ha colpito l’intera società civile e che, purtroppo, ha ridotto a brandelli la sua anima di mamma che, comunque, ha saputo attingere a segrete e profonde energie, a forze quasi sovrumane in grado di dare addirittura vita ad un vero e proprio movimento di pensiero per migliorare il Codice Penale italiano e mettere gli organi di polizia e la stessa magistratura nelle condizioni di potere operare più efficacemente nelle indagini relative ai sequestri di minori e di potere infliggere condanne più pesanti agli autori di questo reato così particolarmente grave e odioso ma non ancora compreso nel nostro sistema giudiziario. La S.V. è riuscita anche, tramite il Comitato di cui fa parte, il “Children and Media”, a proporre e fare sottoscrivere, alla nostra come ad altre Amministrazioni, il cosiddetto documento internazionale di giornalismo etico, definito “Accordo di Roma”, che opera una sintesi efficace tra giornalisti e genitori di minori coinvolti in fatti di cronaca, in maniera tale che il sacrosanto principio della libera informazione non vada mai a ledere gli interessi e i diritti di un minore.
Per tutto questo e per tutte le altre coraggiose iniziative portate avanti con immensa energia e determinazione, per la grande forza morale con cui ha saputo rintuzzare anche taluni vergognosi attacchi alla Sua persona, vorrei che Lei, già da oggi, non fosse più “una mamma che vive nel dolore” ma soltanto “una mamma coraggio” che ha saputo imporsi quale esempio da seguire, quale punto di riferimento per tanti altri genitori.
Per tutto questo mi sento di dirLe che, per quanto possibile, sulla base delle competenze di legge, anche l’azione di questa Presidenza e di questo Consiglio Provinciale si fermerà soltanto quando dovessero malauguratamente emergere le prove concrete della inutilità di ulteriori iniziative. Fino ad oggi, però, tutto lascia supporre che Denise sia viva.
Con questa ferma convinzione, La prego gradire i sensi della stima e della vicinanza mia e dell’intero Consiglio Provinciale di Trapani.
Giuseppe Poma