Sono le otto “c” che il vescovo Francesco Micciché ha indicato come atteggiamenti essenziali per il nuovo anno pastorale in cui la Chiesa trapanese rivolgerà il suo sguardo all’interno, alla sua identità, a quel suo essere “corpo” di Cristo in cui tutti i battezzati “nessuno escluso” sono chiamat
i ad “amare la chiesa” e a seguirla “con fedeltà e spirito di obbedienza”, edificandola “con la partecipazione attiva e responsabile”.
Il vescovo, prima di consegnare simbolicamente il piano ad un gruppo di sacerdoti e laici presso la Chiesa madre di Alcamo, si soffermato sulla natura della Chiesa che non è solo fredda organizzazione burocratica – ha affermato – “La debolezza, cari amici, più chiaramente rivela la potenza di Dio. Amiamo la nostra Chiesa di Trapani, carissimi amici, ‘stiamoci dentro’ fieri e orgogliosi di appartenervi. Custodiamo la nostra Chiesa evitando la critica corrosiva e sterile. Siate coscienti di farne parte, voi siete questa Chiesa con le sue luci e le sue ombre: tutti noi siamo e formiamo questa Chiesa particolare”.
Insieme al piano pastorale stamattina è stato consegnato anche un sussidio multimediale per l’animazione pastorale nelle parrocchie e nei gruppi ecclesiali: video-interventi di taglio biblico e teologico, schede tematiche ( con approfondimenti di taglio antropologico, pastorale e la lettura critica di alcuni film) e quest’anno anche un canto pop “Com’è bella la mia chiesa”, messo in musica e arrangiato da un gruppo di giovani alcamesi su un testo del vescovo. “Quando un motivo ci sta a cuore ci mettiamo a canticchiarlo, e cantare ricorda al nostro cuore le parole – ha detto il vescovo – Noi vogliamo cantare il nostro amore alla Chiesa e speriamo di contagiare molti, soprattutto i giovani”.
I giovani dell’Azione Cattolica stamattina si sono presentati in chiesa madre con alcune magliette con la scritta “I love chiesa”. Prima della benedizione e del canto finale (un karaoke con le parole del canto del piano pastorale) anche il vescovo ha indossato una maglietta.
“ Vogliamo essere ‘oggi e qui’ segno e strumento di comunione vera in un mondo lacerato e diviso da egoismi, da chiusure e da steccati che non prefigurano scenari di bene per il futuro della società” – ha concluso il vescovo.
Nella seconda parte della mattinata in pullman il vescovo e i presbiteri hanno raggiunto Palermo per il rito d’inaugurazione dei nuovi locali per la comunità del Seminario in contrada Lenzitti trascorrendo il pranzo in fraternità.