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21/08/2009 04:03:48

Tutto pronto per il Ramadan, all'insegna della convivenza a Mazara Del Vallo



Lavorare nonostante il Ramadan? In Sicilia Occidentale si può. Anzi, dalle testimonianze di imprenditori e lavoratori della marineria di Mazara del Vallo, città con la flotta peschereccia più grande d’Italia, l’integrazione tra lavoro e precetti religiosi è pressoché totale. Guido Maggio, che commercializza prodotti ittici ed è in contatto con moltissime flotte, osserva: “Ci sono tantissimi immigrati, ma non si è mai verificata alcuna tensione sul lavoro relativa all’osservanza del Ramadan”. Gli fa eco Pietro Truglio, imprenditore che conosce a fondo sia il settore della pesca che il mondo musulmano, dato che la sua azienda di commercializzazione di reti da pesca professionali fa base anche in Tunisi: “ A Mazara del Vallo ci sono circa ottomila tunisini che lavorano nei settori più diversi, dall’agricoltura alla marineria. Molti di loro sono di osservanza musulmana ed hanno messo in pratica alcuni accorgimenti per evitare di soffrire troppo durante il Ramadan. Ad esempio, quelli impegnati nei campi si alzano presto, anche alle quattro del mattino, per bere e mangiare prima dell’alba. Chi fa lavori gravosi o rallenta i ritmi o si ferma totalmente, e ne approfitta per tornare in patria. Ma i datori di lavoro e gli imprenditori questo aspetto lo mettono già in conto. Già sapevamo in anticipo che il Ramadan (che cambia ogni anno in base al calendario lunare) quest’anno sarebbe stato particolarmente pesante, mentre l’anno scorso era cominciato a fine estate. E l’anno prossimo cadrà proprio in pieno Agosto…”.
Ma cosa accade ad un marinaio di fede musulmana imbarcato per una battuta di pesca? Nicola Lisma, ex armatore, oggi Assessore alla Pesca e alla Cooperazione della Provincia di Trapani conosce a fondo quello che avviene su un peschereccio, in questi casi: “I marinai – racconta – sono liberi di fare ciò che ritengono. Alcuni rispettano il Ramadan, altri no”. “Comunque – precisa Lisma – si tratta di un problema inesistente: perché gran parte del Ramadan coincide proprio con il fermo biologico, quindi tutti i marinai sono a terra, a casa. Tradizionalmente, ad esempio, la marineria mazarese si ferma dal Ferragosto fino a metà Settembre, e a seconda del Ramadan a volte ci ferma da fine Agosto a fine Settembre, per fare coincidere il più possibile i due periodi”. E cosa succede se sono in mare? “C’è grande comprensione e rispetto da parte degli armatori. Considerate ad esempio che quando si fa la spesa per l’equipaggio si rispettano i precetti alimentari della religione islamica, di ciò che i musulmani osservanti possono o non possono mangiare. Di solito, poi, un musulmano imbarcato che osserva il Ramadan viene destinato ai turni di lavoro notturni, dove è più rifocillato e in forze, e si riposa durante il giorno”.
Insomma, da Mazara del Vallo arriva un esempio non banale di equilibrio tra obblighi lavorativi e precetti religiosi. “E’ un esempio di grande convivenza” sottolinea Nicola Giacalone, vicepresidente della Camera di Commercio della Provincia di Trapani. Che aggiunge: “Non ci sono mai stati episodi di intolleranza dalle nostre parti nello svolgimento del lavoro, sia nel campo della pesca, ma anche della pastorizia e dell’agricoltura”. Dato confermato dall’Avvocato Vito Buffa, giuslavorista che assiste diversi immigrati in cause di lavoro: “Il nostro studio legale ha seguito i casi più diversi, ma nessuno ha mai denunciato l’imposizione di obblighi in contrasto con il precetto religioso da parte di datori di lavori verso lavoratori immigrati in regola”.