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10/08/2009 04:45:14

I pescatori mazaresi protestano contro la Libia

Un fulmine a ciel sereno reso noto in un comunicato dell'ambasciata libica a Roma, seguito al sequestro di due imbarcazioni, poi rilasciate: ultimo capitolo della controversa storia dei rapporti tra Italia e Paese nord-africano. "E' bene precisare che la decisione di estendere la competenza libica di controllo acqueo ad oltre 70 miglia dalla costa di quel Paese è unilaterale e mai ratificata dagli organismi internazionali preposti", dice il sindaco di Mazara del Vallo Nicola Cristaldi, deputato Pdl. "E' evidente - prosegue - che lo spirito che deve animare il rapporto tra l'Italia e la Libia deve essere improntato alla collaborazione ed al reciproco rispetto, garantendo comunque ai pescatori di potere esercitare con serenità uno dei più antichi mestieri del mondo. Mi auguro che il Governo italiano accolga la nostra proposta di un tavolo bilaterale nel quale sia possibile confrontarsi per garantire che il Canale di Sicilia sia un luogo di pace e di lavoro". Annuncia che si attiverà subito per capire "quali sono i termini generali della collaborazione bilaterale previsti nel memorandum d'intesa sulla Cooperazione nel settore delle Risorse marine di cui parla il comunicato libico", il deputato regionale Toni Scilla (Pdl) che è anche presidente della Confederazione imprese pesca Mazara del Vallo. "La situazione con la Libia è sempre stata difficile da gestire - precisa - anche se negli ultimi quattro sequestri i pescherecci sono stati sempre rilasciati. Se ci verrà impedito di pescare nelle acque che sono internazionali e che la Libia considera come territoriali l'economia mazarese andrà verso il tracollo, per questo auspichiamo che il problema pesca venga posto all'ordine del giorno dal Governo nazionale". Se la maggioranza invita alla collaborazione tra i due Stati e allo studio del protocollo presentato dalla Regione siciliana e dal Distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo, che prevede cooperazione scientifica e produttiva nel settore della pesca tra Italia e Libia, più dura è l'opposizione. "Evidentemente l'accordo con la Libia già scricchiola o ha lasciato fuori settori importanti. E' incredibile che non sia stata inclusa la pesca, vitale sia per l'Italia, in particolare per la Sicilia, sia per la Libia. E' chiaro che la diplomazia italiana delle pacche sulle spalle non riesce a risolvere i problemi", commenta il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo. Ancora più dura la reazione di Giampiero D'Alia dell'Udc: "Sconcerta - dice - l'atteggiamento sempre più remissivo del nostro governo nei confronti di un leader autoritario come Gheddafi: nonostante il trattato con la Libia, anche ieri osannato da Berlusconi, sia già costato agli italiani 5 miliardi di dollari, continuiamo a subire diktat dal paese africano".
Fonte: ansa



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