Mammadrau # 1 organizzata dalla compagnia Anànke. llbiglietto è 6 euro, ridotto 5 per possessori Trapani Welcome Card e bambini al di sotto dei 12 anni.
QUINTE ARMATE è una deriva sonora che utilizza modalità musicali diverse, rock rap mantra blues, trattate con ironia ma anche come saldi punti di riferimento generazionali ed emotivi, sulla base di testi che nascono dall’insofferenza e che si temperano in momenti sardonici, nell’urgenza di una comunicazione.
Si intrecciano alcuni temi (o ossessioni): il lavoro artistico messo a confronto col lavoro tout court (il teatro e il cantiere), il bisogno di respiro e di apertura, il desiderio di movimento, una considerazione sulla durezza e sulla violenza di alcuni aspetti della nostra cultura.
Cinquanta minuti di pensieri intrecciati in una dimensione funambolica, in dialogo continuo con i suoni di chitarre elettriche ed acustiche.
“Siamo di fronte a un monologo, dunque dalle parti di Marco Paolini e di Ascanio Celestini. Ma questi due artisti e Solari sono inconfrontabili. I primi due, per quanto innovativi, sono artisti dalla sensibilità cumulativa, accogliente. Sono due narratori, due affabulatori. Il passato è la loro ossessione. Solari non ha nulla da raccontare, nulla da rappresentare; con i suoi appunti, i suoi schizzi, i suoi «pizzini» è pura e pungente astrazione.” Franco Cordelli, Corriere della sera
QUINTE ARMATE
testo e regia MARCO SOLARI
musica originale PIERGIORGIO FARAGLIA
con MARCO SOLARI E PIERGIORGIO FARAGLIA
Scena CAROLINA FOTI
Disegno luci LUCA STORARI
Costruzioni sceniche ROBERTO RICCI
Registrazione voce PAOLO MODUGNO – OASI STUDIO
QUINTE ARMATE è una deriva sonora che utilizza modalità musicali diverse, rock rap mantra blues, trattate con ironia ma anche come saldi punti di riferimento generazionali ed emotivi, sulla base di testi che nascono dall’insofferenza e che si temperano in momenti sardonici, nell’urgenza di una comunicazione.
Si intrecciano alcuni temi (o ossessioni): il lavoro artistico messo a confronto col lavoro tout court (il teatro e il cantiere), il bisogno di respiro e di apertura, il desiderio di movimento, una considerazione sulla durezza e sulla violenza di alcuni aspetti della nostra cultura.
Cinquanta minuti di pensieri intrecciati in una dimensione funambolica, in dialogo continuo con i suoni di chitarre elettriche ed acustiche.