gestione. Dall’altro, anche una mentalità, quella del vitivinicoltore trapanese, che, per cattive scelte o per l’incapacità di intraprendere una seria programmazione di rilancio economico, non è riuscita ad affermarsi nei mercati nazionali ed internazionali, consegnando ad altri le sorti della propria ricchezza produttiva.
Eppure è questa l’unica strada. Si continua a ripeterlo: il sistema è perverso nel suo insieme. Il mercato c’è, il vino – altrove – si vende. Eppure gli agricoltori siciliani non ce la fanno. Si proprio loro, quegli ottimo produttori che però non hanno ancora imparato ad essere ottimi venditori.
Le grandi lobby sono invece riuscite a frammentare il mondo vitivinicolo trapanese per raggiungere facilmente i loro obiettivi.
Parlare però non è sufficiente. E riconoscere il problema non basta per uscirne.
“Abbiamo il dovere di formare, ma soprattutto, inculcare il coraggio di un cambiamento, - afferma Pino Aleo, presidente provinciale della Cia - potenziando la ricerca, la programmazione e la commercializzazione, mettendo assieme un interesse economico comune che abbia le caratteristiche di utilizzare tutti gli strumenti necessari per rilanciare il settore vitivinicolo trapanese nei mercati nazionali ed internazionali”. Per fare questo bisogna avere però il coraggio di aggregare tutte le strutture economiche sociali. E soprattutto, spiega Aleo, bisogna rivedere tutto il sistema. “Bisogna abbandonare l’idea obsoleta delle anticipazioni da trattare prima della vendemmia, - spiega Aleo - intraprendendo un percorso comune, orientando il pagamento delle uve in acconti trimestrali, per evitare che gli speculatori formino un cartello dei prezzi a loro vantaggio.
Le Cantine Sociali assieme alle Organizzazioni Professionali hanno l’obbligo materiale e morale di riunirsi, prima dell’inizio della vendemmia, per programmare e stabilire un orientamento comune, proprio per evitare di cadere nella trappola di coloro che riescono, ogni anno, a disorientare il mercato a loro vantaggio”.
Dobbiamo avere la capacità, conclude Aleo, di esaltare la nostra imprenditorialità ponendoci sul mercato con le idee chiare ma, soprattutto negoziando unitariamente i prezzi dei nostri prodotti con le grandi industrie di trasformazione.
Con questo scopo, - fa sapere la Cia – è stato chiesta all’Assessore Regionale dell’Agricoltura, l’ onorevole Cimino, una di proroga di 18 mesi scadenza della legge regionale del 14 maggio 2009 n. 6 art. 19, comma 1, relativa alle esposizioni di natura agraria scadute al 31 dicembre 2008.