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24/07/2009 10:30:10

Abitanti delle case popolari di Via Mazara protestano in Consiglio Comunale

abitazioni ubicate nelle palazzine delle case popolari di via Mazara, ritenute inagibili dal punto di vista della sicurezza strutturale.
Stranamente chiamato l’appello in quasi perfetto orario alle 18,32 pur con evidente mancanza di numero legale, con la presenza di soli 15 consiglieri la seduta è stata rimandata di un’ora. Forse l’appello è stato chiamato appositamente per poter decidere il da farsi e per chiedere rinforzi, visto che dopo pochi minuti sono arrivati in aula due poliziotti a rinforzare l’ordine pubblico garantito dai Vigili Urbani, anche se per tutta la seduta consiliare i “manifestanti” sono stati seduti compostamente, limitandosi a qualche applauso dopo alcuni interventi dei consiglieri, richiamati, per questo, dal Presidente.
La soluzione iniziale per queste famiglie era di dover alloggiare in altri alloggi di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Trapani ubicati nei comuni di Gibellina, Salaparuta e Poggioreale, soluzione, ovviamente per motivi logistici, rifiutata. Nonostante il comune per un anno abbia manifestato la volontà di contribuire direttamente all’affitto, pagando 250 euro per famiglia ai proprietari, non è stato trovato nessun proprietario disponibile ad affittare gli immobili, nonostante siano state contattate tutte le agenzie immobiliari. Quindi a pochi giorni dall’ultimatum di sgombero, le famiglie non sanno dove trasferirsi per questo periodo preventivato di un anno ma che si prevede molto più lungo.

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Nel suo intervento il neo Assessore all’edilizia popolare Nicola Sammaritano (figlio dell’ex sindaco Gaspare che, in qualità di Ufficiale di Governo, con Ordinanza 344 del 16 settembre 1977 requisì per due anni gli alloggi popolari - oggi oggetti di sgombero – per assegnarli alle 28 famiglie senza tetto) lamentava il fatto che queste famiglie che oggi manifestano la loro richiesta di alloggi, essendo appoggiate dal “Movimento difesa del cittadino”, presieduto dall’Avvocato Giuseppe Gandolfo e che secondo lui è una strumentalizzazione, essendo anche un esponente politico di sinistra.
I manifestanti con i loro striscioni chiedevano semplicemente che, per questo periodo che sono costretti a lasciare le proprie abitazioni, vengano loro assegnate provvisoriamente le abitazioni costruite abusivamente sul lungomare, molte delle quali con tutti i ricorsi persi in ogni grado di giudizio, 151 delle quali destinati alla demolizione, anche se questa soluzione appare molto difficile da attuarsi perché, per legge, per ognuno di questo immobile da demolire, occorre una delibera del Consiglio Comunale e, con i tempi che si prende il nostro “Consiglio”, per approvare un solo punto dell’Ordine del giorno, per approvare 151 delibere di sola demolizione occorrerebbero decenni.
Da evidenziare gli interventi di Gesone che lamentava il fatto che queste abitazioni costruite abusivamente nel lungomare, passate a proprietà del Comune, di fatto rimangono nella disponibilità dei proprietari, molti delle quali (come ben sappiamo) vengono affittate, a caro prezzo, a turisti e concittadini ed è d’accordo a proporre di dare a queste famiglie, per il tempo della ristrutturazione delle abitazioni di via Mazara (ribadendo la proprietà del Comune degli immobili sul lungomare che però non percepisce tali importi degli affitti), considerato che nessun proprietario vuole affittare alle famiglie oggetto di sgombero le loro abitazioni e chi lo accetta propone il pagamento di tre mensilità anticipate e il pagamento di tutti gli oneri di registrazione delle spese dell’affitto che, aggirandosi sui mille euro, tali famiglie non possono anticipare.
Basile ricordava come qualche mese fa il sindaco non venne in consiglio comunale a rispondere alle interrogazioni perché presente in via Mazara quando vi fu il crollo di alcuni calcinacci e questa sera è assente. Gli sembra starno che il Comune non possa requisire per queste 24 famiglie altrettanti immobili già acquisiti a patrimonio comunale.

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Altri consiglieri nei loro interventi solidarizzano con i concittadini e il consigliere Figuccia, presidente della Commissione lavori pubblici, lamentava il fatto che della relazione stilata da un esperto professore universitario di Palermo, con la quale confermava che le abitazioni di via Mazara non possono essere abitate, in Commissione tale documento non sia ancora arrivato. Continua dicendo che l’indomani, venerdì, giornata di riunione della Commissione da lui presieduta, l’Ingegnere Princi, dirigente del Comune di Marsala, l’avrebbe portata in visione.
Dopo meno di due ore il Presidente Alagna chiede una breve sospensione e convoca una riunione dei capigruppo per il decidere il da farsi. Dopo due minuti tornano in aula per comunicare che è stato deciso di sospendere la seduta e rinviare i lavori, come da convocazione, a martedì.
Ci sarebbe piaciuto sentire le motivazioni della chiusura del consiglio senza nessuno dei ventotto punti trattati, sicuramente un record negativo per questo consesso civico.
Inoltre ci saremmo aspettati che, come regola, al rientro venisse chiamato l’appello: nella foga di richiamare diverse volte i consiglieri presenti che in aula parlavano senza poter dare modo di comunicare la decisone di capigruppo, non si era accorto che mancava il numero legale di sedici consiglieri.
Sergio Oliva


 



Native | 2024-12-20 09:00:00
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