L’unità da pesca era già stata Sala Operativa dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Marsala dalla Capitaneria di Porto di Trapani, al fine di procedere ai dovuti controlli in caso di rientro in porto.
Gli uomini del Circomare non si sono fatti trovare impreparati e, nonostante l’unità fosse stata ormeggiata di fianco ad altre quattro imbarcazioni, in posizione tale da renderne difficoltosa l’identificazione, accertavano la presenza a bordo dell’attrezzo non consentito e intimavano all’armatore di procedere allo sbarco.
La “ferrettara” è una rete da posta derivante, utilizzata per la pesca del pesce spada che, a differenza delle famigerate “spadare”, bandite dalla Comunità Europea, ha una maglia la cui apertura è limitata a 18 cm. ed una lunghezza massima di 2.500 metri.
Il peschereccio palermitano deteneva a bordo ben 4.000 metri di tale rete, 1.500 metri oltre il consentito, suddivisa in due spezzoni. E proprio la parte eccedente il limite legale è stata posta sotto sequestro dagli uomini della Guardia Costiera. Al comandante dell’unità da pesca è stata anche comminata una sanzione amministrativa per l’ammontare di duemila euro.
L’impiego oltre misura di tali attrezzi vanifica, di fatto, la moratoria che la Comunità Europea ha adottato nei confronti delle c.d. “spadare”, reti molto lunghe, anche oltre i dieci chilometri, nelle cui maglie finiscono, oltre a pesci spada, anche numerosissimi cetacei e tartarughe marine.
Resta alta la vigilanza della Guardia Costiera al fine di perseguire le condotte illecite che turbano l’ecosistema marino e minacciano indiscriminatamente le specie ittiche che popolano i nostri mari.