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15/07/2009 04:45:29

Marsala. Sgominata una banda di spacciatori. Tra loro il figlio del boss latitante De Vita. Tutti i particolari



Gaspare De Vita (1980)
Luigi Adamo (1975)
Francesco Giambrone (1976)
Mario Marretta (1944)
Claudio Valenti (1981)


Sono tutti pluripregiudicati. Gaspare De Vita, 29 anni, è il figlio di Francesco De Vita (1954), latitante dal 2000.
Gli indagati hanno gestito – secondo i Carabinieri – un traffico di cocaina e soldi falsi tra Palermo e Trapani. Coltivavano inoltre due piantagioni di marijuana, vicino a Birgi, pronta per essere spacciata in provincia.
Gli indagati sono tutti rinchiusi nei carceri di Palermo e Marsala.

L'operazione si chiama "Found a Friend 2", perchè seguono lo sviluppo di un'inchiesta di qualche anno fa. Le indagini si sono svolte tramite servizi di osservazione e di intercettazioni telefoniche ed ambientali. La banda si occupava di traffico di stupefacenti e di banconote false. Grazie alle intercettazioni le attività sono state individuate in presa diretta, perchè gli indagati parlavano proprio apertamente delle loro attività illecite. Si tratta di vere e proprie confessioni, come ha notato il Procuratore della Repubblica Alberto di Pisa. Gli imputati facevano capo a De Vita e a Valenti, che si rivolgevano stabilmente a Marretta, dal quale acquistavano la droga. Adamo aveva il compito dell'intermediazione. In alcune intercettazioni si fa un esplicito riferimento alla qualità della droga: "Questa qua asciuga più lenta, Mario" si dice con riferimento alla qualità della cannabis. Poi Valenti parla con un certo Franco e dice "Questa è ancora migliore di quella di prima" facendo intendere che c'erano state in precedenza altre forniture di cocaina. E' emerso anche gli puntati curavano due piantagioni di cannabis, una di 648 piante e una di 96. Le piantagioni si trovano tra Marsala e Trapani, lungo il fiume Cornino, all'interno di Birgi. Sono tate accertate delle cessioni da parte di Valenti di 5 pezzi di cocaina per un totale di valore nel mercato dello spaccio di 500 euro.
Per quanto rigaurda le banconote contraffatte, erano del taglio di 20,50,100 euro. Il Marretta, palermitano, le portava a Marsala a Valenti, che si occupava dello smercio, utilizzando anche dei minori, presso benzinai e tabaccai ignari. In particolare la loro vittima preferita era un tabaccaio ipovedente che non riusciva a distinguere bene le banconote. Gli incontri avvenivano nei bar di Marsala e Petrosino.
Marretta dice nelle intercettazioni che era in grado di fornire fino a 100.000 euro di banconote contraffatte, e la banda nell'interesse del  De Vita ne ha speso 8.000 euro. Le banconote venivano acquistate a stock: 2700 euro di valore nominale acquistata a 900 euro. De Vita tratteneva per ogni banconota falsa di 100 euro scambiata la cifra di 20 euro.
L'indagine riguarda il periodo gennaio - luglio 2006.
La banda si preparava ad un salto di qualità del proprio operato. La presenza di De Vita fa pensare ad un interessamento comunque della mafia allo spaccio di droga e di banconote false.



















































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