pochi mesi prima della sua prematura scomparsa – risulta forse uno dei testi più interessanti dell’autore francese: la fotografia “medium bizzarro, nuova forma di allucinazione” e il suo rapporto con il Tempo e con l’Identità vengono scrutati attraverso un certo numero di “casi”, di fotografie con le quali l’autore ha stabilito una speciale corrente empatica. La discesa, quasi proustiana, nei meandri della memoria e dell’autobiografia si unisce ad un discorso che è allo stesso tempo interrogazione, dialogo, ma anche confessione, fino a giungere ad una riflessione quasi premonitrice, quando l’autore si sofferma ad analizzare l’effimero in cui tendiamo, consapevolmente o meno, ad immergerci sempre più.
Ingresso libero.