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10/07/2009 16:00:32

Si è concluso il campo regionale del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica

Sono queste le parole d’ordine emerse al campo regionale del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica che si è chiuso a Trapani.
70 giovani, studenti e professionisti del terzo settore provenienti da tutte le diocesi della Sicilia, si sono confrontati su un’analisi approfondita della crisi attuale e sulla necessità di umanizzare le politiche di sostegno all’occupazione e di rendere il lavoro sicuro e dignitoso per tutti.
“La parola emergenza, forse, può andar bene per i problemi che si registrano nel resto d’Italia, nella nostra regione il problema della mancanza di lavoro affonda le sue radici molto più in profondità – affermano i partecipanti nel documento finale - E’ tempo di affrontare con strumenti nuovi e più efficaci la piaga della disoccupazione, dello sfruttamento dei lavoratori e del lavoro nero Occorre superare la mentalità assistenzialista e del posto fisso tipica delle regioni del sud. Le persone, ed i giovani soprattutto, devono assumersi la responsabilità di mettersi in gioco, perché ne va del loro futuro”.
 
Critico nei confronti del “decreto sicurezza” sia per i risvolti negativi sul lavoro con gli immigrati svolto da moltissime realtà ecclesiali sia per le ulteriori difficoltà nell’utilizzo dei beni confiscati alla mafia, il segretario regionale Antonello Ferrara. “Le nuove norme legislative rischiano di vanificare l’impegno di integrazione a favore dell’immigrazione portato avanti con diverse iniziative anche in Sicilia per dare dignità e fare emergere dalla clandestinità. Ci domandiamo quanto questo Decreto sia stato varato più per rispondere alla incapacità di assorbire nuova manovalanza degli immigrati da parte del nord produttivo che per una vera emergenza sicurezza . Abbiamo inoltre osservato che le nuove norme sui beni confiscati invece di semplificare l'accesso per il loro utilizzo sociale, creano un ulteriore danno alla già complessa questione. La presenza al campo di Giacomo Messina della Calcestruzzi Ericina Libera ha fatto emergere la necessità di una rete di solidarietà attorno a chi lavora in questo campo”.
Per passare dallo slogan “quali parole per uscire dalla crisi” a “quali fatti per uscire dalla crisi” nel corso del campo è stato proposto da un giovane animatore del Progetto Policoro della Conferenza Episcopale Italiana un progetto, peraltro già realizzato nella diocesi di Nicosia, di microcredito legato alle iniziative di imprenditoria giovanile. Tale progetto sarà fatto proprio dal Movimento Lavoratori dell’Azione Cattolica non solo per sostenere nuove realtà produttive, ma per un sempre maggiore utilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla mafia, come previsto dalla legge 109/96 Dunque – si legge nel documento finale - perché non cominciare a studiare percorsi che da un lato valutino i motivi per cui i comuni non sono in grado di utilizzare questi beni, dall’altro promuovano la realizzazione di progetti di sviluppo territoriale affidate ad imprese giovanili finanziate dal microcredito promosso in questo campo scuola.”



“I lavori del campo hanno creato in tutti una grande responsabilità” – ha concluso il segretario nazionale del Movimento Lavoratori dell’Azione Cattolica, Cristiano Nervegna - Nella notte della crisi economica, la icona biblica di Gesù che dorme nella barca in mezzo alla tempesta, mentre i discepoli sono spaventati, ci invita a fare esattamente come Lui, cioè svegliarsi e stare in piedi e non avere paura della bufera, poiché non è più tempo di essere buoni, è tempo di essere Santi.”


“L’azione cattolica si fa carico di promuovere una cultura del lavoro che spesso è deficitaria, soprattutto in una Sicilia dove più che del lavoro si parla del ‘posto’ con tutte le conseguenze di clientelismo e di inefficienza che ciò comporta - ha concluso il vescovo di Trapani Francesco Micciché - La crisi che viviamo non è soltanto quella economica ma qualcosa di ben più profondo, crisi di valori, crisi d’identità. Quando si appanna l’idea di Dio vien meno l’idea stessa dell’uomo. L’uomo senza lavoro è come un corpo senz’anima, quindi non vive. L’impegno della Chiesa quindi di tutti i cristiani è di vivere e promuovere il lavoro, anche il più umile, non come castigo ma come strumento di promozione della vita e della persona, mezzo di realizzazione personale e sociale, strumento di santificazione”.

Il campo regionale del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica era organizzato in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per la Pastorale Sociale ed il Lavoro della Conferenza Episcopale Italiana, il Progetto Policoro Sicilia e la Diocesi di Trapani.