Queste sono le ragioni per mandare a casa il sindaco Carini, secondo il Partito Democratico:
1. Ha tradito il patto elettorale con la città, consentendo il ritorno della lottizzazione e accettando l’imposizione dei leader politici provinciali del suo schieramento
2. Ha sostenuto in campagna elettorale l’ex assessore regionale all’agricoltura LA VIA, che si è rivelato uno dei maggiori responsabili della crisi del settore, come ben sanno gli agrico
ltori marsalesi e le famiglie che vivono di questa importante risorsa economica
3. Ha ripristinato la nefasta logica clientelare nella gestione della pubblica amministrazione
4. Pur avendo improntato la sua campagna elettorale sulla pulizia della città e sulla raccolta differenziata (vedi la brochure “Marsala Anno zero”), dopo due anni di lavoro ci ha regalato una città più sporca di prima, pur avendo speso per la Nettezza Urbana più del doppio rispetto all’Amministrazione precedente
5. Ha smantellato i servizi sociali, applicando tagli indiscriminati al settore
6. Non ha risolto, anzi complicato, la questione della colmata di Casabianca
7. Ha abbandonato i quartieri popolari e le contrade di Marsala
8. Ha lasciato campo libero agli abusivi, aumentando l’illegalità diffusa
9. Ha dimostrato di non avere un’idea di città e, pertanto, di non essere in grado di proporre un progetto di sviluppo economico e sociale capace di far crescere Marsala
Non è un decalogo, ma poco ci manca. Nel frattempo il Pd si prepara ad un'altra fase congressuale, e dunque ad una campagna di tesseramento. Anche il questo caso il segretario, Agostino Licari, parla apertamente di "avviare un progetto alternativo per il governo della città, nell’auspicio che dopo il fallimento dell’Amministrazione Carini, i cittadini marsalesi possano presto ridare speranza al futuro della loro comunità".
A partire dal 1° luglio, alle 18,30, sarà allestito, in Largo Dittatura Garibaldina (vicino piazza Loggia) il gazebo per il tesseramento cui seguiranno altri incontri ed iniziative per sensibilizzare elettori e simpatizzanti a compiere un atto di maggiore responsabilità dando la loro adesione al Partito Democratico. Scrive Licari: "
Un grande partito che si propone come la vera alternativa a questo governo e alle discutibili strategie del suo capo, ha la necessità di una struttura radicata su tutto il territorio, capace di interpretarne i bisogni, specie in un periodo di grande crisi economica, ma anche di dare una risposta alla crescente richiesta di cambiamento in atto.
Un partito che con il prossimo congresso, che si terrà in autunno, intende confrontarsi con i cittadini sui vari temi, a cominciare da quello del lavoro, delle condizioni di vita delle persone, dei giovani e di quanti si sono sentiti e si sentono ai margini della società che questo governo ha voluto e vuole, con le discriminazioni e le iniquità di ogni tipo, infliggere e perpetuare nei prossimi anni.
Un partito che in ciascun circolo sia in grado di organizzare una discussione ma anche esprimere capacità di decisione, intraprendere e indicare soluzioni credibili e praticabili attraverso azioni e iniziative politiche concrete intorno alle quali raccogliere il maggior numero di adesioni e sostegni".