È questo il risultato di operazione di servizio condotta nei giorni scorsi dai finanzieri della Tenenza di Alcamo, coordinati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani, che ha permesso di individuare un’area tra Alcamo e Calatafimi- Segesta, Contrada Angimbè - abusivamente adibita a cava per estrazione di pietre ornamentali e di denunciare 2 soggetti responsabili.
L’attività che ha portato all’individuazione della cava abusiva in un’area collinare impervia, ha permesso di rilevare un’ ampia ed organizzata attività aziendale avente per oggetto “l’estrazione di pietre ornamentali” destinate alla commercializzazione priva di qualunque autorizzazione e comunicazione agli organi di vigilanza.
L’attività organizzata in quattro cave dislocate su di un’area vasta circa 50 ettari, si protraeva sicuramente da tempo considerato il visibile mutamento dell’equilibrio geo-morfologico della collina su cui insiste.
Nel corso dell’operazione venivano, inoltre, identificati alcuni lavoratori tra cui un soggetto extracomunitario che, dopo un tentativo di fuga vanificato dai militari operanti, risultava irregolarmente assunto e privo del permesso di soggiorno. Nei confronti dello stesso dopo gli accertamenti di rito, è stata avviata la procedura per l’espulsione dal territorio italiano.
Gli operai, impiegati abitualmente nell’attività estrattiva, in violazione alle norme di sicurezza del lavoro che regolano le cave e le miniere, utilizzavano mezzi meccanici pesanti, ivi presenti, in condizioni di precaria sicurezza attesa l’inclinazione e la profondità delle conche venutesi a creare a seguito della continua attività di estrazione.
Il sequestro operato dai militari ha interessato, quindi, oltre i quattro siti componenti la cava anche nr. 5 mezzi meccanici pesanti rinvenuti all’atto dell’intervento (del valore complessivo di oltre 100 mila euro), nonché alcune pedane di pietre ornamentali già estratte e pronte per essere commercializzate.
Rinvenuta, inoltre, la copiosa documentazione extracontabile che attestava l’effettivo esercizio dell’attività abusiva e la reale pericolosità fiscale del soggetto, che fino alla data dell’intervento risultava sconosciuto al fisco.
Il servizio, conclusosi con il sequestro dell’area interessata, prosegue ora per chiarire la posizione fiscale del soggetto e delle aziende che effettivamente operano.
L’operazione di servizio rientra nel più ampio contesto operativo di ricerca e repressione della cosiddetta “economia sommersa” (sommerso d’azienda e di lavoro) costituita dall’insieme di attività economiche di per sé legittime ma, di fatto, sconosciute al Fisco, oltre che a confermare l’azione del Corpo nel contrasto all’evasione fiscale, attraverso una presenza costante e diffusa sul territorio atta ad individuare le possibili fenomenologie di evasione fiscale.