L'inaugurazione della sede, che sorge in via Roma, si terrà alle 19 alla presenza del segretario provinciale della Fillea - Cgil di Trapani, Franco Colomba, dei rappresentanti provinciali del sindacato e del segretario regionale della Fillea – Cgil, Salvo Giglio.
La presenza della Fillea a Custonaci rappresenta un segnale di attenzione da parte del sindacato delle costruzioni della Cgil per i lavoratori di un settore importante per l'economia del territorio trapanese.
“Il comparto marmifero - ha affermato Colomba - ha grandi potenzialità di crescita a cui, però, corrispondono grandi questioni irrisolte, come l'approvazione del piano delle cave, atteso da decenni. L'apertura della sede distaccata – prosegue – si inserisce anche nell'ambito di un progetto di costruzione di maggiori relazioni tra sindacato e aziende, al fine di attuare un'azione più incisiva in grado di garantire ai lavoratori il rispetto della legalità, delle norme sulla sicurezza e la corretta applicazione dei contratti di lavoro”.
Il segretario della Fillea – Cgil è intervenuto, inoltre, sull'operazione che, ieri dopo anni di indagini, ha portato alla denuncia per estorsione di un imprenditore di una ditta di resinatura marmi e di un consulente del lavoro.
“Le accuse - evidenzia Colomba – mostrano una condizione di lavoro che non tiene minimamente conto dei diritti fondamentali dei lavoratori, costretti, tra le altre cose, a lavorare in nero e a firmare buste paga con un importo superiore a quello corrisposto. Purtroppo – prosegue – non si tratta di un caso isolato ma nel nostro territorio sono molti i lavoratori costretti a sottostare alle regole imposte dai datori di lavoro. Per fortuna ci sono anche aziende che operano nel rispetto dei contratti e delle regole. Il settore della resinatura – continua – presenta diverse zone d'ombra a causa delle presenza di aziende che lavorano a cottimo, ottenendo scarsi guadagni e non garantendo ai lavoratori i minimi livelli contrattuali”.
Per Colomba è, infine, “indispensabile un'assunzione di responsabilità da parte delle aziende del settore che dovrebbero affrontare la questione contribuendo alla crescita e alla regolarizzazione delle aziende di cui si avvalgono”.
Responsabilità, dunque, come parola d’ordine, anche in merito alla recente operazione dei Carabinieri che ha portato al sequestro dell'immobile destinato al Commissariato di polizia di Castelvetrano e a diversi arresti, tra le provincie di Trapani e Palermo, di persone accusate di aver realizzato, in regime di monopolio e per conto di mafiosi, appalti pubblici e privati utilizzando calcestruzzo con minore quantità di cemento rispetto a quello previsto e, dunque, di scarsa qualità.
La Cgil di Trapani sottolinea come la presenza della mafia nel settore dell'edilizia rappresenti un ostacolo allo sviluppo infrastrutturale, economico e civile del territorio e alla crescita delle imprese edili sane della provincia, spesso tagliate fuori da un sistema in cui vige concorrenza sleale e monopolio d'impresa.
“Il massimo ribasso nelle gare, le intromissioni della mafia e i subappalti camuffati - dichiarano Argurio e Colomba – conducono inevitabilmente alla realizzazione, da parte di imprese legate al malaffare, di opere di scarsa qualità, al mancato rispetto dei diritti contrattuali e delle norme sulla sicurezza”.
“Il controllo, nell'esecuzione dei lavori pubblici, è un fattore imprescindibile se si vogliono realizzare condizioni di legalità e trasparenza negli appalti pubblici”.
Si esprimono così la segretaria generale della Cgil di Trapani, Mimma Argurio, e il segretario provinciale della Fillea - Cgil, Franco Colomba.
Per la Cgil è indispensabile che i committenti pubblici assicurino, attraverso la direzione dei lavori, maggiori e costanti controlli denunciando, in caso di accertate violazioni, coloro che realizzano opere non rispettando le regole e la legalità.
La Cgil esprime, infine, apprezzamento nei confronti delle forze dell'ordine e auspica che i controlli che verranno effettuati nei prossimi giorni possano portare all'individuazione di tutti i cantieri dove è stato fornito calcestruzzo che potrebbe compromettere la stabilità degli edifici realizzati.