LA VICENDA - Al centro del procedimento c'è l'accusa secondo cui Berlusconi nel 1997 avrebbe fatto inviare 600.000 dollari a Mills come ricompensa per non aver rivelato in due processi (All Iberian e quello sulla corruzione nella Guardia di Finanza), in qualità di testimone e quindi con l'obbligo di legge di dire il vero e non tacere nulla, le informazioni su due società off- shore usate da Mediaset, secondo la procura, per creare fondi neri. Si legge in un passaggio: «Il fulcro della reticenza di David Mills in ciascuna delle sue deposizioni sta nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società off-shore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti». Dal medesimo procedimento la posizione di Silvio Berlusconi è stata stralciata in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sulla legittimità del lodo Alfano riguardante le quattro più alte cariche dello Stato. Il dibattimento nei confronti di Berlusconi è quindi stato sospeso.
REAZIONI - Immediate le reazioni politiche. Antonio Di Pietro, ospite su Radio due della trasmissione «28 minuti» condotta da Barbara Palombelli: «Il problema non è Mills, che è un testimone che ha detto il falso, dice la sentenza, il grave è che lo ha fatto per consentire a Silvio Berlusconi, cioè al nostro presidente del Consiglio, e alla Fininvest, il massimo organo di informazione privata, l'impunità dalle accuse o almeno il mantenimento di ingenti profitti realizzati attaverso i compimento di operazioni illecite. La sentenza dice che Berlusconi ha fatto operazioni illecite, ha pagato la corruzione di Mills, e che quindi Berlusconi, se non ci fosse stato il lodo Alfano, sarebbe stato condannato anche lui per questi reati». A Radio Radicale, invece, il deputato del Pdl Giancarlo Lehner commentando le motivazioni della condanna ha detto: «Questa è una condanna a Berlusconi». «Il lessico della sentenza - spiega Lehner - appartiene ad una sentenza della Santa Inquisizione alla quale si ispira il rito ambrosiano quando ci si occupa di Berlusconi o di persone a lui vicine, una sentenza scritta con rabbia contro l'eretico». È come se il giudice avesse condannato Berlusconi per interposta persona? «Certo- risponde Lehner - Questa è una condanna a Berlusconi, tant'è che gran parte della motivazione attiene a Berlusconi e non a Mills. Questa sentenza è l'ennesima vergogna perché è un comizio, non una motivazione che spiega la condanna di Mills ma che attacca in maniera furibonda il nostro premier».