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15/05/2009 06:05:08

Caprarotta ucciso per motivi passionali

I carabinieri della Compagnia di Marsala hanno individuato in giornata il presunto assassino nella persona di Giacomo Palazzolo (nella foto), 66 anni, pregiudicato, nato ad Alcamo ma di fatto residente a Marsala. Tra i due c'erano vecchi rancori per motivi di gelosia, e la lite ieri è esplosa fino ad arrivare all'omicidio.
Sul posto  dell'omicidio il medico legale Margherita Giacalone ha constato il decesso, che sembra sia stato preceduto da un infarto. Craparotta, infatti, era cardiopatico. Ora le indagini continuano a cura del sostituto procuratore della Repubblica Marina Ingoglia.
Quanto a Palazzolo, dopo la colluttazione è stato ricoverato nell’ospedale di Mazara del Vallo per le lesioni procurate.
L’uomo è adesso piantonato presso il nosocomio in attesa di essere trasferito, una volta dimesso nella casa circonariale di
Marsala.

L'uomo ucciso ieri, Nino Craparotta, è fratello di Ciccio, scomparso nel 1992 per quello che fu registrato come un caso di lupara bianca. Era sorvegliato speciale di mafia. Ma da subito le  modalità dell'omicidio hanno portato le ndagini a 360 gradi da parte dei Carabinieri, coordinati dal capitano Luigi Aureli, ad escludere il movente mafioso.

Antonino Craparotta era stato arrestato nel 1993 per associazione mafiosa in un'operazione che portò in carcere una cinquantina di persone. Tutti accusati di avere preso parte ad una faida con decine di morti. Al vertice della cosca, secondo gli inquirenti, c'erano il fratello di Antonino, Francesco Craparotta e Francesco D'Amico, entrambi uccisi con il metodo della "lupara bianca".

Per questo e per altri omicidi commessi nell'ambito della faida nel Trapanese è stato condannato all'ergastolo come mandante Totò Riina.

Francesco Caprarotta, scomparso nel 1992 e fratello della vittima di oggi, era riconosciuto negli anni 80 come il capomafia di Marsala, insieme a Vincenzo D'Amico. I due, tra l'altro, si opposero ad un disegno di Toto Riina che nel 1991 voleva uccidere Paolo Borsellino, allora Procuratore a Marsala, con un'autobomba in città.
Borsellino si salvo' , ma morirono i due padrini, colpevoli di aver ostacolato con un secco rifiuto il proposito di uccidere il magistrato: un chiodo fisso di Agate e di Riina.Craparotta e D'amico scomparvero il 12 gennaio del '92 a Marsala; i loro corpi non furono mai più ritrovati. Il racconto e' dei pentiti Antonio Patti e Carlo Zichittella, killer della mafia marsalese, rei confessi di decine di omicidi.



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