La nuova parola d’ordine è : via Giuseppe Garibaldi dalle... vie di Sicilia. Dalle vie, dalle strade, dalle piazze, da dovunque. E largo a Federico II, che ”invece davvero ha dato lustro alla Sicilia”. A dichiarare guerra all’eroe dei due mondi è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega al Cipe Gianfranco Miccichè: “La sua vita fu talmente controversa – ha tuonato Miccichè durante un incontro a Burgio (Agrigento) – che per scrivere la sua storia Cavour chiamò quattro scrittori, tra cui Alexandre Dumas, per dargli un’immagine degna. La verità è che Garibaldi svendette il Regno delle due Sicilie al neonato Stato italiano, e che si appropriò di oltre 420 milioni di lire di allora».
Stefania Craxi boccia la
proposta lanciata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianfranco Micciche', di togliere 'l'eroe dei due mondi' dalle strade e dalle piazze siciliane per sostituirlo con Federico II. Il sottosegretario agli Affari esteri dice: ''Non rispondo neanche a chi non conosce la storia del nostro paese e che non ha nessun rispetto per i tanti siciliani che per il grande sogno dell'unita' d'Italia hanno sacrificato la loro vita al fianco di Garibaldi''.
''Capiamo perfettamente che Micciche' guardi indietro a modelli assolutistici al quale, forse, si ispira il suo 'Dante causa'. Credo che i siciliani abbiano questioni ben piu' serie da affrontare, esattamente quelle che tanti anni di malgoverno di centrodestra hanno causato''. Cosi' il parlamentare nazionale del Partito democratico, Giuseppe Berretta ha commentato le parole di Miccichè.
Vittorio Sgarbi replica al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè secondo cui andrebbero tolte dalla toponomastica dei comuni siciliani le vie intitolate a Garibaldi per sostituirlo con Federico II. «Leggendo l’inaudita dichiarazione sul proposito di eliminare le strade dedicate a Garibaldi – dice Sgarbi - credo ad un “pesce di aprile” ritardato da parte di Gianfranco Miccichè. L’Italia di cui facciamo parte non è quella di Federico II - di cui nessuno disconosce il valore - ma quella di Garibaldi e Cavour, piaccia o non piaccia a Miccichè. Le sue sono dichiarazioni che riproducono, forse per umana simpatia, quelle precedenti di Raffaele Lombardo. Stento a credere che due figure istituzionali, e addirittura un membro del Governo nazionale, continuino la grottesca polemica con Garibaldi e con la storia.
L’unità d’Italia, di cui anche la Sicilia fa parte, ha il suo punto di origine in Sicilia, dalla città di Salemi da cui Garibaldi partì. Qualunque considerazione che cerchi di cancellare la memoria di Garibaldi è un insulto al buonsenso e alla storia. Cambiare i nomi delle strade, togliere lapidi e ogni altra analoga proposta, sono gesti ridicoli e grotteschi. Ancor più adesso che la Sicilia si avvia a celebrare il 150° anniversario dell’Unità Italia con un anno di anticipo, commemorando la data del 14 maggio del 1860, quando Garibaldi proclamò l’Unità d’Italia a Salemi.
Molte città d’Italia traggono beneficio da questa ricorrenza grazie al “Comitato per il 150° dell’Unità” che ha erogato finanziamenti per iniziative straordinarie. Soltanto la Sicilia sembra volere rinunciare a questi finanziamenti con una sterile polemica che ha il solo risultato di isolarla e di sottrarla ai benefici economici conseguenti»