Quantcast
×
 
 
03/04/2009 07:00:27

Sistema di videosorveglianza al Carcere di San Giuliano

da alcune organizzazioni sindacali, una netta diminuzione del personale impiegato attualmente nel servizio di sorveglianza”. Ad intervenire sulla questione è il coordinatore provinciale del settore penitenziario della Funzione pubblica – Cgil, Pietro Privitera, che, con una nota inviata, tra gli altri, al Ministro della Giustizia, al Prefetto di Trapani, al Provveditore regionale amministrazione penitenziaria Sicilia, al Presidente della Provincia Regionale di Trapani e al Sindaco di Erice, ha illustrato i dati relativi al numero di unità, che secondo un approfondito studio del sindacato, verranno realmente recuperate. “La Funzione pubblica Cgil – evidenzia Privitera – non può esimersi dal rappresentare, alle Istituzioni e alla collettività intera, che i dati relativi al numero di unità, pari a 36, che saranno recuperate con l'introduzione della videosorveglianza è sovradimensionato. Per assicurare il nuovo servizio – prosegue - occorrono 12 unità che, rispetto alle 15 attualmente impiegate nella giornata consentono un recupero di soli 3 sentinelle e non 36. Il servizio – conclude – prevede, infatti, l'introduzione di una sala regia, per cui sono previste 4 unità e una pattuglia esterna, i cui turni coinvolgeranno, invece, 8 agenti”. Il coordinatore dei penitenziari della Fp - Cgil ha, inoltre, evidenziato il “mancato coinvolgimento dell'organizzazione sindacale e delle sigle Fns - Cisl, Osapp, Uspp e Siappe, al tavolo istituzionale che il prefetto di Trapani, il sindaco di Erice, dirigenti e funzionari dell'Amministrazione penitenziaria e rappresentanti di altre 4 organizzazioni sindacali hanno tenuto per discutere del progetto”. “In diverse occasioni – scrive Privitera – avevamo espresso la necessità di ammodernare la struttura penitenziaria attivando strumenti tecnologici che avrebbero consentito il recupero di uomini e la soppressione di un servizio disagiato. Le nostre sollecitazioni – prosegue - erano state, tra l'altro, accolte dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma che ci aveva assicurato che, compatibilmente con le risorse disponibili, i lavori sarebbero stati eseguiti nell’ambito di un Piano edilizio Regionale. Non comprendiamo, pertanto – conclude - per quale motivo sia stato attivato un tavolo istituzionale e siano state esclusione cinque Organizzazioni sindacali di categoria da un progetto che interessa l'organizzazione del lavoro, l'impiego di sistemi di sicurezza e il personale di polizia penitenziaria”. La Fp – Cgil ha evidenziato, infine, che “valuta positivamente il coinvolgimento delle Istituzioni locali anche se si sostituiscono ad una Amministrazione penitenziaria nazionaleormai “incapace di progettare e finanziare anche le spese più esigue determinando ripercussioni sulla sicurezza dell’Istituto, dei poliziotti penitenziari, dei reclusi e della cittadinanza”.