Il mandato di cattura è scaturito da una condanna emessa dal Tribunale di Marsala a carico del giovane tunisino, riconosciuto colpevole di aver commesso, nel centro di Mazara del Vallo, uno scippo in danno di una connazionale nell’estate del 2006.
In sede processuale l’Autorità Giudiziaria, in considerazione del
la violenza adottata dal BAZINE nel commettere il reato e delle lievi lesioni riportate dalla vittima, ha addirittura inquadrato la sua condotta nel reato di “rapina”, riconoscendogli l’aggravante della “recidiva infraquinquennale” per aver commesso analoghi delitti nell’ultimo quinquennio, condannandolo quindi alla pena principale di 2 anni di reclusione e 400 euro di multa.
Alla condanna del Tribunale di Marsala, nel successivo iter giudiziario, sono seguite le sentenze della Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso del condannato, e del Tribunale di Sorveglianza di Palermo che, per la cattiva condotta generale del BAZINE, ha revocato il beneficio inizialmente concessogli dell’affidamento in prova e ha stabilito che lo stesso dovesse scontare il resto della pena in carcere.