Anche il sud avverte la crisi dei consumi. E “il livello di disperazione presente nella categoria è testimoniato dalle voci riportate in prima pagina da “il Sole 24 ore” su un possibile anticipo ad aprile dei saldi estivi in alcune regioni d'Italia. Una situazione a dir poco paradossale.
Nello specifico, tra i commercianti marsalesi del centro storico si registra un aumento delle vendite rispetto ai saldi invernali del 2008.
Il dato non sembra però "positivo" perché i buoni risultati delle vendite ribassate indicano che i consumi erano crollati nei mesi precedenti.
Per alcuni negozianti, anzi, "i 2008 è stato l'anno peggiore dell'ultimo trentennio".
L'andamento delle vendite dei 2 mesi di saldi dimostra un primo fine settimana, a gennaio, di affari record, seguito dalla stabilizzazione fino a sabato scorso, quando anche gli ultimi negozi hanno concluso i saldi.
Da studi di sociologi ed economisti risulta che il calo dei consumi è dovuto a una reale riduzione del potere d'acquisto, ma c'è anche una forte componente psicologica, una paura del futuro che blocca la tendenza a comprare anche per chi non ha subito conseguenze dalla crisi.
L'abbigliamento è visto, quindi, in questo periodo come un bene voluttuario e i consumatori stanno diventando sempre più attenti.
Tutto questo mentre le associazioni dei consumatori ribadiscono la necessità, date le continue vendite promozionali in tutti i periodi dell'anno, di abolire i saldi e lasciare libertà di sconti e ribassi.
«È una filosofia superata - dicono da più parti - e lo dimostra la tendenza sempre maggiore di attuare promozioni più volte l'anno. Ora si dovrebbe invece
ripensare ai prezzi che sono sempre più proibitivi. Le cifre giuste, a
questo punto, sono quelle applicate durante gli sconti: per questo sarebbe opportuno eliminare i saldi, abbassare i prezzi e lasciare liberi, come del resto lo sono già, i commercianti di "liquidare" in ogni periodo dell'anno la merce invenduta».