totalmente diversa, sono vietate infatti le appendici che eravamo ormai abituati a vedere sulle monoposto.
Questi i cambiamenti che tendono alla riduzione dei costi, ma c’è una contraddizione nelle proposte della Fia perché non si capisce allora l’introduzione del Kers (sistema cinetico di recupero d’energia) che sta impegnando in maniera spropositata e anche economica tutte le squadre e a pochi giorni dalla prima gara molti non sono sicuri di poter utilizzare. Come se non bastassero le perplessità di natura tecnica, la Fia la scorsa settimana aveva varato un nuovo sistema di classifica per l’assegnazione del titolo piloti. Campione è chi conquista più vittorie.
La reazione della Fota (Associazione dei team) non si è fatta attendere e contrari al nuovo sistema ha costretto la Fia a ritornare sui suoi passi e far rinviare il tutto alla prossima stagione. I costruttori chiedevano una maggiore differenza di punti tra il primo e il secondo classificato, Ecclestone e Mosley rispondono con tutt’altro e i rapporti fra chi coordina il “Circus” e chi poi realmente porta le “macchine in giro per il mondo” sembrano sempre più distanti, tanto che già lo scorso hanno si parlava di una possibile scissione, cosa in realtà poco credibile. C’è qualcosa di strano, forse anche di ridicolo in questi rapporti di potere e lo si percepisce con la minaccia di Renault e Mclaren di non partire per l’ Australia se non venivano pagati loro degli introiti dovuti, alla fine hanno imbarcato le vetture sugli aerei come tutti gli altri.
I costruttori per ora sembrano uniti o quantomeno cercano di sforzarsi di esserlo, ma i malumori di alcuni che lamentano irregolarità tecniche o interpretazioni “libertine” da parte di Williams, Toyota e Brawn (la new entry, o meglio, nata dalle ceneri della Honda) fanno pensare che non c’è molta coesione. La cosa diventerà imbarazzante domenica se si farà uso di ricorsi e controricorsi, conditi solitamente da veleni e sospetti. Le prove invernali come al solito non dicono nulla, se non che la Mclaren ha dei problemi di adattamento alle nuove gomme, bene la Ferrari, stupisce il passo della Brawn, ma altrettanto bene hanno fatto Toyota e Red Bull, ma come dicevo prima, ora non resta che aspettare il pronti via di Melbourne per dare il giusto metro di paragone alle forze in campo.
Tocca ai piloti cercare di dare il loro meglio, partendo da Hamilton che vorrà riconfermarsi, da Massa a cui ormai comincia a stare stretto il posto di vice-campione dello scorso anno, a Raikkonen che si dice ritrovato e motivato, senza dimenticare Alonso e Vettel, passato dalla Toro Rosso alla Red Bull. Pochi i volti nuovi tra i piloti, l’unico è Sebastian Buemi della Toro Rosso. Novità invece vengono dal fronte piste, 17 gare contro le 18 dell’anno scorso, con la scomparsa di alcuni circuiti storici, Canada e Francia, e l’ingresso di Abu Dhabi che chiuderà la stagione il 1 novembre.
E’significativo il fatto che si vada a correre nella capitale degli Emirati, dalla quale arrivano grandi capitali che prima hanno portato all’acquisizione del 5% delle azioni Ferrari da parte della società Mubadala, ed ora sempre da Abu Dhabi arriva la notizia che il fondo Aabar di proprietà del Governo arabo diventa il primo azionista della Daimler (casa madre di Mercedes). Aspettando il semaforo verde australiano, forse anche il Comune di Roma in vista di un possibile Gran Premio nella città eterna prenderà in considerazione la possibilità di partecipare alle azioni di Bmw, Toyota o Renault?...
Carlo Rallo
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