Italo Tripi, segretario generale della Cgil siciliana, e Francesco Re, responsabile Cgil per il Banco di Sicilia in un documento criticano il governo regionale che ''non ha provveduto alla rinegoziazione dei patti sociali garantendo stabilita' e certezze occupazionali, ruolo e mission della banca, salvaguardia e tutela delle professionalita' del Banco di Sicilia e delle sue strutture direzionali di rete e di amministrazione e una significativa rete di sportelli, anche oltre lo Stretto''. Sottolineano comunque che ''allo stato dell'arte sarebbe sbagliato, oltre che tecnicamente non piu' possibile, concorrere alla ricapitalizzazione del Gruppo Unicredit perche' equivarrebbe a mettere a disposizione delle avventure espansionistiche del gruppo risorse finanziarie che invece devono essere usate per misure anticrisi a favore dei soggetti piu' deboli''.
Per Tripi e Re ''sarebbe anche sbagliato dismettere la quota di partecipazione azionaria della regione perche' equivarrebbe a sancire subito una perdita pari a circa 612 milioni di minusvalenze rispetto alla quotazione del titolo al momento della fusione tra Capitalia e Unicredit''.
Sull'argomento la Cgil chiede si apra immediatamente in commissione bilancio e finanza all'Ars un confronto con il pieno coinvolgimento delle parti sociali allo scopo di ''individuare un percorso utile''.
Affinche', anche, ''si realizzi un modello di servizio di banca diverso da quello assolutamente inadeguato di oggi, restituendo alle famiglie e alle imprese siciliane un insostituibile e consolidato punto di riferimento di banca del territorio, funzione svolta fino ad oggi dal BdS''.