"Un soggetto privo di scrupoli, attento solo al proprio tornaconto ed in contatto con ambienti criminali, all'interno dei quali sa muoversi reperendo uomini e mezzi per compiere le imprese più sciaguarate".
E' la definizione che i magistrati danno di Matteo Bucaria. Il noto imprenditore trapanese, per anni punto di riferimento per molte istituzioni, tanto da avere l'etichetta di "imprenditore antimafia", e uomo di fiducia di Prefettura e Procura (è suo ad esempio l'appalto per l'abbatimento della case abusive a Triscina, Castelvetrano ...) è al centro di un'indagine clamorosa: ha commissionato l'omicidio del cognato Domenico Cuntuliano, per impossessarsi dei suoi soldi. Il tentato omicidio è avvenuto nel 2013. E forse, allora, dato che di mezzo c'era una personalità così ingombrante, il caso è stato messo da parte troppo in fretta. Adesso la riapertura delle indagini, e il clamoroso arresto di Bucaria.
La storia l'abbiamo raccontata: il cognato di Bucaria, Cuntuliano, aveva avuto un grave incidente a Marsala, e gli era toccato un cospicuo risarcimento danni. Bucaria, che gestiva tutta la faccenda, ha occultato al cognato la reale portata dell'indennizzo (più di mezzo milione di euro) perchè aveva bisogno di quei soldi, essendo in bancarotta. Ma il cognato si è insospettito, e Matteo Bucaria, l'uomo che portava in giro la sua storia (che adesso perde molto di credibilità) di ribellione alle estorsioni e alla mafia trapanese, l'uomo che si accompagnava ai dirigenti della Squadra Mobile, indicava i tavolini del "sistema mafioso" che si spartivano i lavori al porto di Trapani, ebbene, in quello stesso periodo ha ingaggiato un impiegato comunale, un tale, Gaspare Gervasi, per fare fuori il parente. Solo che il piano non è riuscito. La dinamica è questa: Gervasi, che conosce Cuntuliano, gli dà appuntamento in campagna. Quando i due si incontrano, a sorpresa, Gervasi lo chiama "Miserabile! e gli spara due colpi di fucile (fucile che gli ha dato Bucaria ...). Cuntuliano, ferito, è riuscito a scappare. Gervasi si è autoaccusato del delitto ed è stato condannato.
Adesso però, ha confessato tutto. Lo ha fatto dopo che è stata intercettata una sua lettera diretta proprio a Bucaria e dal contenuto inequivocabile: se vuoi che io continui a stare in silenzio, devi aiutare la mia famiglia.
Scrive il Gip nell'ordinanza che porta al suo arresto: "Matteo Bucaria per fini di lucro e vantaggio personale, è arrivato al punto di deliberare l’uccisione del proprio cognato, peraltro già defraudato di gran parte del risarcimento percepito per il grave incidente di cui era stato vittima e del quale continua a portare i segni. L’indagato ha avuto la freddezza di elaborare un piano criminale, rispetto al quale non ha mai fatto marcia indietro, nonostante il lungo tempo trascorso tra l’inizio della pianificazione e l’esecuzione. Con la stessa freddezza, ha saputo individuare e contattare il killer, reperire e consegnare arma e munizioni e, dopo il fatto, ha mentito agli inquirenti per sviare da sé possibili ragioni di sospetto. Né risulta che vi sia stata una qualche forma di pentimento, non avendo Bucaria, mai confessato e non avendo neppure cercato di restituire alla vittima parte del maltolto".
Dalle indagini emerge un ritratto fosco dell'imprenditore, "abituato a vivere al di sopra della proprie possibilità, come riconosciuto dalla sua stessa sorella, gravato da debiti e pignoramenti e certamente intenzionato a non rinunciare alla sua bella vita" tanto da commissionare un omidicio. Proprio per questo anche i domiciliari sono stati considerati dai magistrati una misura troppo tenue, perchè anche da casa Bucaria avrebbe potuto continuare a condizionare ed intimorire i suoi parenti (che avevano pesanti sospetti sul suo coinvolgimento nel tentato omicidio) come ha fatto in questi lunghi sette anni.
Gervasi agli investigatori in questi mesi ha confermato di avere agito al preciso scopo di uccidere Cuntuliano e di averlo perciò attirato in luogo isolato dove gli ha sparato con un fucile a canne mozze, un'arma micidiale, puntando a parti vitali e non riuscendo a centrare solo per la pronta reazione della vittima, riuscita a scappare in macchina e ad ottenere prontamente soccorso. Gervasi ha chiarito il ruolo di Bucaria, che ha commissionato l’omicidio e fornito l’arma e le munizioni da impiegare per commetterlo. Ha anche rivelato che c’erano stati diversi incontri riservati tra lui e Bucaria per la pianificazione del delitto e per la consegna del fucile e delle cartucce, che non gli era stato assegnato un termine preciso per l’adempimento dell’incarico e che era passato qualche mese tra la programmazione e la materiale esecuzione.
Bucaria ha concepito il disegno criminale; ha meditato su come attuarlo; ha deciso di non agire in prima persona per non “sporcarsi le mani” e non esporsi ad eccessivo rischio di essere scoperto; ha cercato una persona fidata cui conferire il truce incarico; ha contattato Gervasi, ha reperito arma e munizioni, dimostrando così di sapere come e dove procurarsele; ha definito col sicario assoldato la programmazione del fatto; ha atteso per mesi l’esecuzione del piano criminale, senza mai recedere dal suo proposito...