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02/11/2017 06:00:00

Rifiuti, il Comune di Marsala manda gli avvisi del 2013. Anche a chi ha pagato...

 A molti marsalesi, in questi giorni, è arrivato l'avviso del Comune di Marsala per il pagamento della Tares, la tassa sui rifiuti, del 2013, cioè quattro anni fa.

Che succede? In pratica il Comune ha avocato a se l'accertamento dell'imposta sui rifiuti, che prima invece era appaltato ad una società esterna, la Mazal Global Solution (subentrato all'Aipa) che ha fatto una fine ingloriosa, come abbiamo raccontato in diversi articoli.

 Il Comune sta mandando le cartelle con le imposte del 2013 proprio per questo, perchè la società che gestiva la raccolta, la Mazal, non ha comunicato i dati in maniera esatta. 

Ecco perché arrivano a pioggia nelle case dei marsalesi, e infatti c'è chi ha ricevuto l'avviso nonostante abbia regolarmente pagato. Dal Comune di Marsala, però, fanno sapere che chi ha pagato e ha ricevuto l'avviso può tranquillamente recarsi al Comune con le vecchie ricevute, oppure può inviarle via mail, ma anche se non ce le ha al Comune dicono che dovrebbero con il tempo loro stessi riuscire a riordinare le carte. Ma quanti sono i marsalesi che hanno ricevuto l'avviso nonostante avessero pagato? Circa il 20% secondo le stime dell'Amministrazione Comunale. Cioè, una persona su cinque. 

Ma perchè stanno arrivando ora gli avvisi del 2013? Semplice: dopo cinque anni scatta la prescrizione per le imposte non pagate, a meno che non intervenga un avviso di pagamento, e il Comune in questo caso si è voluto cautelare. Certo fa strano pensare che, al di là degli errori del Comune,  siano così tanti i marsalesi a non pagare la tassa sui rifiuti. Davvero l'evasione è così alta in questa città? E la Mazal, allora, in quegli anni, come svolgeva il suo servizio? Bisogna dirlo dato che, in molti Comuni d'Italia dove svolgeva il servizio l'Aipa / Mazal si  è appropriata dei soldi delle tasse. Il vice sindaco di Marsala, Agostino Licari, sostiene che da noi ciò non è accaduto. 

La punta dell’iceberg è stata scoperta nel marzo del 2014, quando è stato tratto in arresto, per peculato, Daniele Santucci, storico patron di AIPA società incaricata da oltre 800 Comuni sparsi in tutta Italia di riscuotere i tributi locali.
Il metodo per sottrarre denaro alle casse dei Comuni era semplice: due conti corrente intestati fittiziamente alla società – ma non inseriti nella contabilità – sui quali confluivano i denari provenienti dalla riscossione e dai quali il Santucci attingeva secondo propria necessità. Poi, nel maggio del 2015, sotto la direzione della Procura Regionale della Corte dei Conti lombarda, quanto scoperto in sede penale è stato analizzato sotto la lente dei principi contabili dell’Erario. Sequestrati tutti i conti corrente e le proprietà riconducibili alla società di riscossione, passaggio necessario per garantire il ristoro del danno erariale causato.

Il danno causato dagli arrestati ad AIPA e e MAZAL – della quale è stata riconosciuta, sempre dal Tribunale Fallimentare di Milano, l’insolvenza fraudolenta – ammonterebbe almeno a 150 milioni di euro.

La decisione del Comune di gestire direttamente il servizio di bollettazione, per quanto riguarda l'imposta sui rifiuti, fa risparmiare all'ente, e quindi a noi cittadini, 650.000 euro l'anno.



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