Un alloggio popolare conteso sarebbe alla base della furiosa lite, ad Amabilina, che ha portato all’arresto del 29enne Vito De Carlo. E’ quanto emerso, davanti al gip Sara Quittino, nel corso dell’udienza di convalida degli arresti domiciliari.
E proprio davanti al giudice, l’arrestato ha cercato di difendersi contrattaccando. “Non ero io a minacciare mio padre con la pistola – ha, infatti, dichiarato Vito De Carlo - Era lui a minacciare me. Io gli ho solo strappato l’arma dalle mani”. I fatti sono relativi a domenica scorsa, quando, nel primo pomeriggio, tra padre e figlio scoppiò una violenta discussione. Motivo del contendere, come detto, il diritto a occupare un alloggio popolare nel quartiere Amabilina. Alloggio attualmente occupato dal padre di Vito De Carlo e dalla sua compagna. “Ma quell’alloggio – sostiene il figlio – è stato assegnato a me”. Poi, il giovane lo lasciò quando si separò dalla compagna. A quel punto, lo occupò il padre, pare anche autodenunciandosi. Adesso, però, il figlio rivuole l’appartamento. A difendere l’arrestato è l’avvocato Diego Tranchida, che dopo l’udienza ha dichiarato: “Sui fatti, il figlio ha fornito una versione opposta a quella del padre”. A chiedere l’intervento dei carabinieri era stato quest’ultimo, raccontando che era stato preso a schiaffi e minacciato con una pistola calibro 7.65. All’arrivo dei carabinieri, Vito De Carlo si era già allontanato a piedi. Il giovane è stato, poi, rintracciato nell’abitazione del fratello, detenuto ai domiciliari.