Il centro destra si è compattato, ha indetto una conferenza stampa, presenti, tra gli altri, Nello Musumeci, Gaetano Armao, Roberto Lagalla, Gianfranco Miccichè. Il polo del centro destra ha deciso di correre una battaglia e di farlo con il candidato alla presidenza Musumeci.(foto ANSA)
Il leader di Diventerà Bellissima si è spogliato dell'etica politica e di quella integerrima moralità, sbandierata in ogni occasione pubblica, scendendo a patti e compromessi con i cuffariani.
Tutto purchè si porti a casa il risultato, non importa se bisogna inghiottire un rospo o farlo mangiare ai cittadini siciliani, l'obiettivo si deve raggiungere.
Musumeci come tutti gli altri. L'incorruttibile, politico, uomo tutto d'un pezzo che ha riempito i cuori di orgoglio siciliano, ha varcato la soglia dell'improponibilità. Ha rotto lo schema della coerenza. Servono i voti, con quelli si vince e si governa. Giusto. Essere avveduti, nel non rilasciare qualche dichiarazione di condanna, verso un mondo che etichettava lontano dal suo, per poi sposarvisi, è un particolare grossolano.
Musumeci porta in dote ai siciliani Roberto Lagalla, ex assessore del governo Cuffaro, delega alla Sanità, cosa è accaduto allora alla sanità siciliana è sotto gli occhi di tutti. Anni interi per ricostruirla, primariati che si sprecavano, poltrone che se non c'erano si creavano per gli amici degli amici. Lagalla non è nuovo alla politica, ma è anche cognato di Mimmo Fazio, l'ex candidato a sindaco di Trapani, arrestato per corruzione. Lo stesso che è stato raggiunto da un divieto di espatrio proprio mentre stava organizzando la sua fuga/partenza per la Tunisia. Ora, il dato è: un presidente candidato, come Musumeci, che ha fatto della legalità la sua battaglia personale, in nome del riscatto di questa miserabile Terra, come può imbarcare sulla nave un ex cuffariano con un cognato in odore di corruzione? E' vero, la responsabilità penale è personale, ma c'è una cosa che si chiama opportunità e scelta, che nel caso di Musumeci è stata dettata, fin dall'inizio, da una discontinuità dal vecchio modo di fare politica. Discontinuità che non c'è, non ci sarà.
Musumeci ha attinto dal passato, non proprio limpido, per tentare di vincere, e forse è l'unico modo visto che è la terza volta che ci prova.
Roberto Lagalla non lo vuole proprio l'assessorato all' Istruzione, vorrebbe tornare a fare l'assessore alla Salute. E così Totò Cuffaro, l'ex governatore condannato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione del segreto istruttorio (con sette anni e mezzo di carcere sulle spalle) tornato in libertà da poco, ha posizionato i suoi.
Ebbene dovrebbe poi spiegarlo, Musumeci, come intende godere del favore dei siciliani se la sua eventuale Giunta è già macchiata, di non poche cose. Dovrebbe dirlo come pensa che possano essere loro, i reduci cortigiani travestiti da nobili, il riscatto di questa Isola quando hanno governato la Sicilia per tantissimi anni. Mai nulla è cambiato. Avrebbe potuto Crocetta in soli cinque anni risollevare il debito e rimettere mani a quel rilancio, di cui tutti parlano, e a cui nessuno realmente ha saputo dare seguito e risposta? Suvvia, roba da fantacalcio.
A quale senso di responsabilità fa riferimento, Musumeci, quando dice che ha prevalso quello per il raggiungimento dell'alleanza? E la dignità politica? Quella è stata vituperata e molestata.
Banale, come un casco di banane in Africa, l'intervento del commissario azzurro, Gianfranco Miccichè: “Stiamo proponendo non solo una coalizione unita e forte, ma anche una giunta di altissimo livello. Presenteremo contro Cancelleri una squadra di persone che hanno già fatto grandi cose nella loro vita. Nello, portaci alla vittoria".
Miccichè parla di vittoria non guardando dentro casa sua, Forza Italia è implosa, molti forzisti sono andati via, gli azzurri non esistono più. Un quadro sbiadito e una tela su cui non è più possibile dipingere.
E se Musumeci darà garanzia di governabilità, i siciliani dovranno vedere un altro spettacolo. Anime troppo diverse si sono unite, ciascuno per i propri interessi, per raggiungere il potere. La crisi, ad elezioni vinte, si potrebbe presentare ad ogni occasione. Manca ancora il programma ma le poltrone sono state già decise: Lagalla alla Salute, Armao vice presidente e delega all'economia, Miccichè presidente dell'Aula. Il circo si è composto, venghino signori per lo spettacolo.
A prendere le distanze, dopo aver tentato una alleanza, Fabrizio Ferrandelli, che sulla convergenza sull'asse Musumeci parla di imbarazzo: “Il contesto mette a disagio non solo le nostre storie personali, ma anche quelle del nostro mondo di appartenenza. Questa scelta ci impone un momento di chiarezza ed i coraggiosi non possono rinunciare al coraggio".
Il movimento Cinque Stelle, dopo l'ufficializzazione della coalizione di Musumeci, ha espresso il suo pensiero: “ Con Musumeci rientrano in gioco personaggi della prima Repubblica che non so con quale faccia si ripresentino ai siciliani...I siciliani sanno benissimo che saranno loro a pagare lo scotto di queste larghissime intese. A destra, come a sinistra. Partiti e partitini che porteranno in dote il proprio voto alle coalizioni, il 6 novembre busseranno a cassa per ottenere il proprio tornaconto, in termini di poltrone, incarichi e consulenze per gli amici degli amici. Noi, e lo sanno bene tutti, non dobbiamo dire grazie a nessuno. Il nostro tornaconto sono solo i siciliani...I nostri contendenti presentino la lista degli assessori designati prima del 5 novembre, in maniera da consentire agli elettori una scelta seria, onesta, chiara e trasparente. Noi lo faremo. Li attendiamo al varco”.
Nello Musumeci è in corsa, lo è da candidato presidente, è lui stesso che ha benedetto la coalizione che si appresta a sostenerlo: “ ha vinto la migliore classe politica siciliana”. Lo faccia dire ai siciliani, Musumeci. Sarebbe meglio. Decisamente opportuno.
Rossana Titone