Quarta udienza del processo per maltrattamento di animalia carico di Liliana Signorello, presidente dell’associazione Laica alla quale, nel settembre del 2015 fu sequestrato il rifugio nelle campagne di via Seggio e l’appartamento di via XX Settembre, con conseguente trasferimento degli animali in una struttura adeguata.
Presso il Tribunale di Marsala, venerdì scorso sono stati sentiti i carabinieri del Nas di Palermo che effettuarono il sequestro. Una sostanziale conferma di quanto già presente nei relativi verbali.
“Nella sede di via Seggio c’erano circa 100 cani. In via XX Settembre invece, dove la signora Signorello aveva la residenza ma non vi abitava, ce n’erano una sessantina – ha precisato il maresciallo Francesco Cirri – e prima di poter entrare nell’appartamento abbiamo dovuto aspettare parecchio. La casa era arredata, ma in totale abbandono. Usufruita dai cani, che salivano e scendevano da un piano all’altro, addirittura in promiscuità con dei gatti. Era in pessime condizioni igienico sanitarie, feci e cibo sparsi dappertutto e l’acqua nelle ciotole era verdognola.”
Il maresciallo ha confermato anche la presenza di sterpaglie e rovereti nel rifugio di via Seggio. Situazione che ha ricevuto ulteriore riscontro, alla luce del recente incendio avvenuto proprio nello stesso posto, durante una diserbatura ad opera degli stessi volontari dell’associazione Laica.
L’intervento dei Nas di Palermo, il 10 settembre del 2015, durò circa 6 ore
“La nostra ispezione in entrambi i rifugi è durata dalle 10,30 alle 16,30. Per l’accudimento, nel rifugio di via Seggio c’erano anche un paio di volontari, mentre in via XX Settembre non c’era nessuno, fino a quando nel pomeriggio la Signora Signorello è venuta ad aprirci. Ed è stato anche difficile contattarla”.
“Quasi tutti gli animali appartenevano al comune di Castelvetrano, affidati alla signora Signorello previo compenso – ha sottolineato infine il maresciallo Cirni - Abbiamo anche fatto una nostra indagine parallela, segnalando le autorità comunali di Castelvetrano su questa elargizione di fondi ad un’associazione con un canile che non aveva nessuna autorizzazione”.
Intanto, nonostante il territorio difficile poco incline alla denuncia, si registra il sostegno anche dell’associazione Oipa Marsala nei confronti dell’Enpa (principale parte civile al processo), che poche settimane fa ha scritto: “Oipa Marsala sostiene Enpa Castelvetrano nella figura di Elena Martorana, unica associazione a schierarsi contro le inaccettabili condizioni dei cani detenuti da Liliana Signorello nella totale precarietà, contro le sterilizzazioni e gli interventi medici effettuati senza la minime precauzioni igieniche e di sicurezza. Non è accettabile in una società civile che le istituzioni permettano a questi soggetti di continuare a lucrare su esseri innocenti. Occorre sostenere chi ha il coraggio di denunciare!”
Il giudice ha fissato la prossima udienza per il 13 ottobre.