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27/05/2017 06:35:00

Castelvetrano, il candidato Sindaco Abate: "Mafia? Solo un marchio che ci hanno dato..."

 Maurizio Abate, candidato sindaco di Aria Nuova, ha presentato la sua lista in una sala del suo locale di intrattenimento Epsilon, parlando dei vari punti del suo programma elettorale per le prossime amministrative.

Una quarantina i partecipanti, compresi la maggior parte dei 18 candidati consiglieri. Certamente non è stata un’esibizione muscolare come la presentazione di Perricone da parte del gruppo Errante-Lo Sciuto.

Abate ha presentato 3 assessori, designati già con le deleghe: Michele Orlando al verde pubblico, Nicola Giacalone al turismo e Anna Vita Stallone ai servizi sociali.

Tanti i punti del programma, come lo sportello unico del lavoro, la casa mensa d’accoglienza, il responsabile di quartiere, il villaggio della salute, il residence per animali, i centri sportivi e i luoghi di sviluppo culturali.

 

Ma il pezzo forte è, testualmente, “Gestire il fenomeno criminalità”.

Non arrestando e facendo scompiglio nel territorio – ha spiegato Abate – ma creando occupazione”.

Di seguito, il ragionamento articolato che riportiamo fedelmente: “Io vorrei tanto che questo fenomeno della criminalità si potesse estinguere con un semplice impegno da parte dell’amministrazione a creare una seria occupazione per questi individui che purtroppo devono vivere. No, anzi, hanno il diritto di vivere come tutti quanti noi e dobbiamo dare la possibilità a tutti, sia alle fasce più deboli, sia al medio… perché ormai quasi che il medio non esiste più, perché prima c’era la medio-bassa, ora siamo noi tutti bassi o tutti alti. La piccola-media impresa sta per estinguersi. Noi dobbiamo riprendere la fascia media. Dobbiamo fare in modo che aiutiamo chi vuole fare investimenti e ha qualche risparmio ancora in casa”.

 

E’ un fiume in piena, il candidato sindaco di Aria Nuova e si lancia anche in un'altra difficile operazione nell’inflazionata “difesa dell’immagine della città”, fornendo anche una particolare definizione della mafia.

Voglio anche cancellare il marchio mafia che hanno dato a questo territorio, che hanno martoriato da 25 anni a questa parte, in maniera proprio distruttiva. Non si sono resi conto, tutti gli enti che si occupano di questo fenomeno, che oltre alla mafia e ai ricercati, ci sono tutte le persone che qui vivono, che sono oneste e per bene. Non è che possiamo fare di tutta l’erba un fascio. I criminali esistono in tutto il mondo da sempre e fino a quando non ci sarà un’amministrazione seria che creerà occupazione e darà alle persone la possibilità di scegliere o la via lecita o la via illecita, non ci sarà mai la possibilità di debellare questo male che si chiama mafia, o criminalità per meglio dire. Perché per me, diciamo che la mafia… E’ stato creato questo nome mafia per costruirci sopra l’antimafia. Perché anche l’antimafia diciamo che ci ha speculato su questo problema. Ed io voglio dire a tutti gli enti preposti che non è giusto che voi che state lottando in questo momento la criminalità, andate a condannare un paese, un territorio intero per cercare una persona che non sappiamo nemmeno se esiste, se non esiste… Perché sono voci di stampa e voci di popolo e pensieri che noi riusciamo a recepire così… ma realmente, se c’è, se non c’è, se ci sarà, se non ci sarà… Le persone ricercate sono in tutto il mondo. Non è che perché ne abbiamo una a Castelvetrano significa che dobbiamo chiudere questo territorio e ci dobbiamo buttare una bomba atomica perché esiste solo questo personaggio. A Castelvetrano esistono altre 32 mila abitanti per bene che devono avere un po’ di serenità, perché l’antimafia che, mi dispiace, che ha fatto terra bruciata… perché ho sentito parlare di magistrati che mi sono veramente… diciamo… quasi quasi… dico, perché tutto questo?

Perché, dico voi state facendo terra bruciata anche con persone che non c’entrano magari nulla e poi sentiamo che vengono assolti dopo 10 anni, 5 anni, 12 anni… cioè, errori gravissimi che si fanno, però ancor di più l’errore è che si prendono le attività con l’amministrazione controllata, ma non curano per niente l’occupazione. Se vi prendete, nel territorio le aziende per mafia e li andate a gestire come Stato, come Stato dovete essere presenti nel territorio e dare la possibilità al cittadino che viveva assunto da queste aziende che sono state sequestrate e confiscate, di continuare a lavorare, perché non è che possiamo togliere tutti lavori che ci sono a Castelvetrano, solo perché si pensa che siamo tutti coinvolti in questa macchina mafiosa.

 

Proprio sulla base di queste sue considerazioni, abbiamo chiesto ad Abate una lettura sulla visita degli ispettori ministeriali al comune di Castelvetrano.

Riportiamo di seguito la sua risposta.

Io spero che non ci siano infiltrazioni mafiose, in modo tale da non fermare l’amministrazione comunale, perché il territorio di Castelvetrano già maltrattato da trent’anni a questa parte con il fenomeno mafia e con una politica di potere, ci siamo trovati una cittadinanza in ginocchio. Perciò questa ulteriore mazzata fermerà ancora di più questo territorio. Mi guarderei bene dal dire loro cosa devono fare, però secondo me bisognerebbe andare alle elezioni, vedere chi sarà eletto e poi andare in parallelo, mentre l’amministrazione farà il suo lavoro per la ripresa del territorio per cominciare a dare una giusta dritta. Un’amministrazione comunale con a fianco un’amministrazione prefettizia… più precisi di così… E contemporaneamente permettiamo alle imprese di andare avanti

 

In sintesi, lei auspicherebbe una sorta di commissariamento innovativo, in cui l’amministrazione comunale possa governare il territorio affiancata dai commissari prefettizi?

Senz’altro! E metterei pure un ufficio di Guardia di Finanza all’interno del Comune, che controlla tutte le partite Iva che vanno iniziando ad aprire. Perché con questa fame che circola, chi distrugge le vere aziende sono le finte partite Iva, che nascono senza sapere perché nascono. Se una partita Iva nasce con lo scopo di andare a truffare il prossimo, si deve annientare prima ancora di farla nascere.”

 

Egidio Morici  



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