Potrebbero essere rinviate le elezioni amministrative a Castelvetrano. Oggi, infatti, si è inserita la Commissione prefettizia per l'accesso agli atti per valutare il possibile scioglimento per mafia del Comune, che è già senza consiglio comunale, dopo le dimissioni di massa dei consiglieri a seguito del "caso Giambalvo". Se la Commissione dovesse ritenere che ci siano i presupposti per lo scioglimento, che decreto il Consiglio dei Ministri, le elezioni a Castelvetrano saranno rinviate almeno di un anno, perché il Comune sarà sciolto per infiltrazioni mafiose, come già accaduto in Sicilia di recente a Scicli, Corleone e, in provincia di Trapani, a Campobello di Mazara.
L'ispezione ministeriale ha avuto un'accelerata di recente, dopo il caso del sequestro di beni per cinque milioni di euro della Dia di Trapani alla famiglia Adamo, con Enrico Maria Adamo per anni assessore e consigliere a Castelvetrano, e le ultime rivelazioni, fatte prima di morire, di Lorenzo Cimarosa, il cugino acquisito di Matteo Messina Denaro, che è stato il primo tra i suoi familiari a collaborare con i magistrati. Quindi il Ministro dell'Interno, non più guidato da Alfano, adesso, ma da Marco Minnie (PD) ha valutato di attivare la procedura per verificare la sussistenza di infiltrazioni mafiose al Comune. Se l'esito dovesse essere positivo, clamorosamente, Castelvetrano potrebbe non andare al voto.
Qui la nota della Prefettura, con la quale si conferma l'insediamento della commissione per l'accesso agli atti:
Il Prefetto di Trapani, su delega del Ministro dell’Interno, ha disposto l’accesso presso il Comune di Castelvetrano, ai sensi dell’art. 143 del Decreto legislativo n.267 del 18 agosto 2000, come sostituito dall’art. 2, comma 30 della legge n. 94 del 15 luglio 2009, per verificare l’eventuale sussistenza di collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso di quella Amministrazione Comunale, ovvero forme di condizionamento tali da determinare un’ alterazione del procedimento di formazione della volontà degli Organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento o l’imparzialità della stessa, nonché il regolare funzionamento dei servizi ad essa affidati, ovvero che risultino tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica. A tal fine, con Decreto del 17 marzo 2017, ha nominato una Commissione di indagine, costituita da tre Dirigenti della Pubblica Amministrazione, affiancati, con compiti di consulenza specialistica e supporto tecnico, da Ufficiali e Funzionari delle Forze di Polizia e della Direzione Investigativa Antimafia.