Il pentito Lorenzo Cimarosa (morto poche settimane fa a causa di una lunga malattia) aveva rilasciato ai magistrati preziose dichiarazioni sulla famiglia mafiosa del superlatitante Matteo Messina Denaro. Tra queste ce n’è una che riguarda il sindaco di Castelvetrano Felice Errante, verbalizzata l’anno scorso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo: “Venne a chiedermi i voti con Enrico Adamo, pure lui è impegnato in politica”.
Il periodo è relativo alla campagna elettorale per le amministrative 2012 ed Enrico Adamo, ex assessore della giunta Pompeo, era candidato con Futuro e Libertà a sostegno di Errante. Pochi giorni fa, ad Enrico Adamo ed al padre Giovanni è arrivato un provvedimento di sequestro di beni per 5 milioni di euro, frutto di un’attività d’impresa che gli investigatori hanno collegato all’influenza della famiglia Messina Denaro, alla quale i due imprenditori sarebbero molto vicini.
Il racconto di Cimarosa è circostanziato. Si sarebbero incontrati nella casa in costruzione di Enrico Adamo, vicino il mercato ortofrutticolo di Castelvetrano: “Ci dissi io non posso votare, lo sai, però io ho 30 operai, posso parlare con loro e vediamo cosa posso fare. Tu basta che fai le cose giuste per tutti, diciamo, io problemi non ne ho, posso parlare ai dipendenti”.
Difficile interpretare, nel 2012, il senso del “fare le cose giuste per tutti”. Cimarosa all’epoca non aveva ancora maturato l’intenzione di collaborare con i magistrati e il suo interesse era anche nei lavori pubblici, basti pensare al parco eolico Vento di Vino dell’anno prima.
Ma prima di parlare con Errante, Cimarosa era stato chiamato già da Franco Martino e Peppe Orlando: “Mi avevano detto che loro stavano raccogliendo i voti per Felice Errante tramite Nicola Clemente”.
Franco Martino diventerà consigliere comunale con ben 415 voti. E’ l’interlocutore di Calogero Giambalvo quando, intercettati, quest’ultimo gli racconta in macchina dei suoi incontri con Matteo Messina Denaro e con il padre don Ciccio, oltre all’eroica ipotesi di farsi 30 anni di galera pur di nascondere il boss alle forze dell’ordine. Ma niente di che. “Cugghiuniava”, ha spiegato Martino: “Così mi disse quando scese dalla macchina”. E infatti Giambalvo è stato assolto.
Peppe Orlando è un prestanome di Gaspare Como, cognato della primula rossa. Nel 2014, durante un interrogatorio con la dottoressa Principato, sempre Cimarosa, alla domanda se gli risultasse che “l’Orlando Giuseppe, su richiesta di Nicola Clemente, avesse acquistato un appartamento in località Triscina Castelvetrano”, rispose senza esitazioni: “Ma quale Nicola Clemente, la casa di Gaspare Como è!”
Nicola Clemente è il fratello di Giuseppe, suicidatosi in carcere, detenuto per omicidio ed associazione mafiosa e anche lui ritenuto vicino a Messina Denaro.
Giovanni Adamo però non è nuovo agli inquirenti. Il suo nome spunta anche nelle intercettazioni dell’operazione Eden (2013), quella che vide l’arresto (tra gli altri) di Patrizia Messina Denaro, sorella del superlatitante, Francesco Guttadauro (il nipote prediletto) e lo stesso Lorenzo Cimarosa. Nell’operazione, precisiamo che l’imprenditore non è nemmeno indagato, Cimarosa e Nino Lo Sciuto (braccio destro di Giovanni Filardo), nel marzo del 2011, parlano di lui in relazione a problemi sullo svolgimento dei lavori pubblici relativi al parco eolico Vento di Vino.
CIMAROSA: Vire chi cca... problemi ci sunnu! (ndr, vedi che qua problemi ci sono). Ho parlato con Vanni ADAMO ieri, ... problemi ci sono.
LO SCIUTO: Eh ... ma io lo sapevo
CIMAROSA: Per questo non mi hanno chiamato
LO SCIUTO: Eh…
CIMAROSA: Gliel’ho detto e lui mi ha detto: “Com’è finita?”, gli ho detto: “Com’è finita? Dimmelo tu com’è finita.
LO SCIUTO: Praticamente…
CIMAROSA: Minchia qua problemi dice (ndr, ADAMO Marco Giovanni) qua ci sono praticamente la, abbiamo ... (interruzione del segnale audio, ndr)
LO SCIUTO: Doveva venire
CIMAROSA: Quando viene?
LO SCIUTO: Doveva venire la settimana scorsa
CIMAROSA: Eh, ma viremo (ndr, vediamo) ... ma sicunno tia (ndr, ma secondo te) lo fanno fare ad un altro (ndr, CIMAROSA Lorenzo si allontana con la vettura)
Invece, nel provvedimento di sequestro agli Adamo di qualche giorno fa, ci sono delle intercettazioni tra padre e figlio che risalgono al 2013, quando Enrico Adamo si stava recando dal sindaco Errante. Il padre si rivolge al figlio: “Enrì digli che io conosco il presidente della commissione Ambiente, Marinello, perciò se gli serve lo possiamo andare a chiamare e disturbarlo quando vogliamo”
Giuseppe Marinello (Ncd) si troverà ai primi di marzo del 2016, nell’ufficio del sindaco, in una conferenza stampa che avrebbe dovuto dare delle delucidazioni sulle dimissioni del consiglio comunale e sulle non dimissioni del sindaco Errante in merito al caso Giambalvo. Conferenza che invece si rivelerà senza novità e con poche spiegazioni. Insomma, un’esibizione muscolare alla presenza di Mimmo Turano, Giovanni Lo Sciuto e, appunto, Giuseppe Francesco Maria Marinello, che Errante ringrazierà per la vicinanza. Non senza aver ringraziato i primi 19 consiglieri dimissionari “che hanno tolto dall’imbarazzo la città”, esortando tutti a ricordarsi dei loro nomi ed elencandoli uno ad uno, come una sorta di chiamata alle armi per la prossima sfida elettorale. Marinello però, oltre ad essere il presidente della commissione ambiente del Senato, è stato anche componente della commissione parlamentare antimafia nazionale per 5 anni, fino al marzo del 2013. Al momento in cui scriviamo, il senatore non si è ancora espresso sulle origini di questa vicinanza con Giovanni Adamo (stando almeno alle intercettazioni).
Ma le conoscenze di Giovanni Adamo non si limitano soltanto a Marinello, visto che per conto dell’ex parlamentare Pippo Fallica stava impegnandosi per ingrossare le fila di Forza Italia, cercando di calamitare (ma senza successo) vari politici locali, da Pompeo a Marrocco e allo stesso Errante.
L’imprenditore conosceva anche il parlamentare di Forza Italia Salvatore Iacolino, col quale si incontrarono nel 2013 nei locali di pertinenza di Elio Cavarretta che, oltre a rappresentare il partito di Berlusconi, sarebbe anche, secondo gli accertamenti del Ros, “padrino di cresima di Rosalia Messina Denaro, una delle sorelle del latitante”. Il motivo dell’incontro, secondo gli investigatori, era che Adamo voleva che Iacolino facesse pressioni su Errante per spingerlo a entrare in Forza Italia.
Il sindaco, nella sua replica ha detto che nel corso della campagna elettorale del 2012 ha parlato con oltre 20 mila persone, sottolineando di non essere “mai sceso a compromessi elettorali con chicchessia” e di non aver “chiesto consenso subordinandolo a impegni di nessun genere”. Se l’è presa con i giornalisti, rei di “infauste sortite” e di “schizzi di fango”, ma non ha smentito nello specifico di aver incontrato il Cimarosa e di avergli chiesto voti.
A togliere ogni dubbio ci ha invece pensato lo stesso Enrico Adamo che, in una nota, conferma le dichiarazioni di Cimarosa: “Organizzai l’incontro così come riportato dai giornali e dai verbali su richiesta di Lorenzo Cimarosa, che conoscevo da sempre così come conosco tantissima gente a Castelvetrano. Sia io che l’attuale Sindaco avevamo casa in costruzione, due case praticamente uguali per concezione e struttura per pura coincidenza, decisi di fissare l’appuntamento proprio lì per mostrare la casa ad entrambi. Sostanzialmente – aggiunge Adamo - chiedeva lavoro per tutte le imprese di Castelvetrano. Inutile dire che la sua richiesta ci stupì positivamente in considerazione del fatto che si trattasse di una considerazione lecita e nell’interesse dell’intera collettività. Questo fu l’unico loro incontro e questo è il contenuto dei discorsi fatti, confermato dalle dichiarazioni rese da Lorenzo Cimarosa come collaboratore di giustizia che allora era un uomo libero a capo di un impresa con trenta dipendenti”.
Insomma, il punto di vista di Adamo è chiaro: Errante chiese voti a Cimarosa, ma non alla mafia, perché il cugino di Matteo Messina Denaro nel 2012 era un uomo libero. Verrà arrestato infatti nel dicembre 2013 (operazione Eden), poco tempo dopo che un’interdittiva della prefettura di Ragusa venisse trasmessa al sindaco, informandolo di infiltrazioni mafiose nell’appalto per la costruzione di un centro polivalente nel quartiere Belvedere della città, vinto da un’impresa di Ragusa. In quel caso l’infiltrazione era rappresentata appunto dalla presenza di Lorenzo Cimarosa.
Anche il figlio Giuseppe Cimarosa, ha scritto che “A ragion di causa posso confermare che effettivamente Felice Errante aveva incontrato mio padre nel periodo della sua campagna elettorale, ma chiaramente non lo conosceva prima, tanto da essere stato presentato a lui dagli Adamo”. Orgoglioso della scelta del padre di collaborare con la giustizia, ha tenuto anche a sottolineare che “mio padre ha raccontato tutto quello di cui era a conoscenza e che potesse servire alla giustizia per sanare questo territorio. Ma mai ho sentito dire da bocca di mio padre che Felice Errante fosse implicato in qualcosa di illecito, e lo stesso vale per me”.
Intanto il senatore 5 Stelle Mario Giarrusso, componente della commissione antimafia nazionale, fa sapere che presenterà un’interrogazione parlamentare urgente “affinché si intervenga immediatamente per liberare Castelvetrano dalla mafia e dalla sporca politica che tiene i cittadini schiavi del sistema. Pertanto come M5S chiederemo al Ministro Minniti se intenda inviare commissari ministeriali al fine di verificare e monitorare l’operato dell’amministrazione comunale e di conseguenza anche lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose”.
A questo punto non possiamo non fare un passo indietro ricordando quello che accadeva nel marzo dell’anno scorso, quando alcuni consiglieri comunali raccontarono che durante una conferenza di capigruppo il sindaco Errante avrebbe rappresentato un incontro col Prefetto Falco di Trapani e con il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, dove gli avrebbero chiesto di trovare subito 16 consiglieri disposti a dimettersi immediatamente, per evitare “altre circostanze” che avrebbero potuto determinare altri imbarazzi per la città.
Allora, secondo il segretario del Partito Democratico Monica Di Bella (ma anche secondo altri, come Ninni Vaccara di “Noi per Castelvetrano” e Francesco Saverio Calcara di “Città nuova”), ci sarebbe stato dell’altro “che noi non conosciamo – aveva detto la Di Bella – ma che il sindaco ed il comitato per la sicurezza invece conoscono”.
Il sindaco però aveva negato tutto: “Mai dal comitato è arrivata una richiesta di siffatta natura. Smentisco categoricamente queste affermazioni”.
Ci si chiede se questo provvedimento di sequestro agli Adamo, emerso a distanza di circa un anno, potrebbe far parte degli “altri imbarazzi per la città” forse nell’aria già da allora, almeno in alcuni ambienti.
Ad ogni modo, mentre Matteo Messina Denaro rimane ancora latitante, assistiamo ad un crescente interesse degli inquirenti nei confronti di politici e professionisti.
Egidio Morici