Doveva essere un'operazione di pacificazione. Invece il clima si è surriscaldato ancora di più tra gli artisti marsalesi e l'amministrazione del sindaco Alberto Di Girolamo. Doveva portare la pace e l'armonia la nomina di Moni Ovadia a direttore artistico dei teatri di Marsala. Un'operazione che parte da lontano e che rientra nella rete dei teatri pubblici siciliani. Mettere i teatri in rete, condividendo i cartelloni, per ottenere finanziamenti pubblici. Infatti Ovadia è direttore anche a Caltanissetta, il suo braccio destro e' Mario Incudine, direttore ad Enna, e così via. I due direttori artistici a Marsala sono proprio Ovadia e Incudine, per loro, carte alla mano, non ci sono compensi per la consulenza. Non è la stessa cosa per gli spettacoli della rassegna cominciata a dicembre.
Adesso ci arriviamo. Dicevamo che l'operazione Ovadia doveva essere un'operazione di pace. Invece ha sortito l'effetto contrario. La scorsa estate gli artisti protestarono contro il sindaco e l'amministrazione per un'infelice frase di Di Girolamo (“gli artisti devono abituarsi a lavorare gratis”), seguirono incontri e dibattiti. A dicembre l'amministrazione presenta a tutti la soluzione alla crisi culturale della città: Moni Ovadia. L'entusiasmo iniziale comincia però subito a scemare davanti al programma calato dall'alto e al fatto che l'amministrazione non avesse coinvolto gli artisti locali. Polemiche che sono durate per tutto il mese di gennaio. Tanti artisti, attori, musicisti, sono intervenuti per dire la propria sulle scelte fatte dall'amministrazione. Da Gregorio Caimi a Enrico Russo, a Vito Scarpitta, a Massimo Graffeo. E' intervenuta la politica e anche i diretti interessati, come Francesco Torre, giovane attore che è il terzo uomo, il referente locale per intenderci, dell'operazione Ovadia.
In tutte queste settimane uno dei punti interrogativi più grandi è stato sui costi: inizialmente si vociferava 70, poi 90, invece no: sono 105 mila euro. La rassegna teatrale a Marsala costerà al Comune, esattamente, 105.109,99 euro. Un cartellone, come dicevamo, stabilito a dicembre. Il primo spettacolo della stagione è stato “Il Berretto a Sonagli”, diretto da Sebastiano Lo Comnaco, che è costato 9.900 euro. Via via tutti gli altri spettacoli sono inseriti nel programma con cifre che sfiorano e in un caso superano i dieci mila euro. Nel fretto teatro Sollima, senza riscaldamento, Milena Vukotic era in scena con le Sorelle Materassi. Lo spettacolo ha avuto un costo di 9.359 euro. Luci della Ribalta, che ha attirato appena un'ottantina di spettatori, costa al Comune, invece, 8.250 euro.
“Due come noi che...,” lo spettacolo con Gino Paoli e Danilo Rea, costa al Comune 13.750 euro, oltre agli oneri Siae e Servizi connessi e service audio-luci e pianoforte.
“La Musica è Pericolosa” è lo spettacolo di Nicola Piovani che andrà al Teatro Impero e costerà 9.350 euro, oltre a questo coto ci saranno poi quelli per il service audio-luci, ospitalità per nove persone, e pianoforte.
“Il casellante”, lo spettacolo tratto dal libro di Andrea Camilleri, costa 9.900 euro. “Caravaggio”, lo spettacolo con Vittorio Sgarbi, con 9.900 euro.
“Viddano Sugnu” è lo spettacolo che preparerà il co-co-direttore Francesco Torre, e costa 2.750 euro. Ancora da definire lo spettacolo Vinni cu Vinni, anche per la data.
In un periodo di magra l'intenzione dell'amministrazione è quello di pagare l'investimento con lo sbigliettamento. Il rischio è quello di non farcela, e se il trend dovesse essere quello di “Luci della ribalta” tutto potrebbe diventare molto difficile.