12,20 - L'inchiesta è un approfondimento di Ermes. Quelli che sono ritenuti i membri della famiglia avevano deciso nel 2010, nel corso di una riunione, di far nascere la Mestra, che si occupa di smaltimento rifiuti speciali, in particolare di amianto. E' una delle poche in provincia di Trapani.
Viene siglato un accordo tra Giovanni Filardo e Vito Gondola per spartirsi i lavori sul parco eolico. Dopo l'arresto di filardo entrano in scena i fratelli Loretta, chiedendo una fetta maggiore. La circostanza viene confermata anche da Cimarosa, collaborante.
Come entra in gioco il giornalista Siragusa? Procacciava clienti già da prima per la Mestra. Quando arriva l'interdittiva antimafia per i lavori all'ospedale si pensa di costruire una nuova azienda. Nasce la Media. “Siragusa sapeva benissimo con chi avesse a che fare. Sapeva che il pacchetto clienti della Mestra era lo stesso della Media Ambiente, che era una società paravento. Lui si occupava anche di nuovi appalti e per un periodo è stato amministratore della Mestra”. Il gip parla di “proiezione imprenditoriale della consorteria mafiosa”. Siragusa, giornalista del Giornale di Sicilia, un giorno ebbe le lamentele della famiglia Loretta – che era coinvolta nel giro di pizzini scoperti in Ermes 1 – per l'ampio spazio che la stampa dedicò all'operazione antimafia. Nel colloquio telefonico intercettato Siragusa spiega che “sta nel gioco delle parti, i giornalisti gonfiano le cose”.
11,55 - "La mafia si avvale della collaborazione di persone insospettabili - dice il Questore Maurizio Agricola, da noi intervistato sull'operazione di oggi -. C'è tanta impresa sana, ma tanta impresa malata che resiste". Colpisce il coinvogimento di un giornalista, Filippo Siragusa, molto noto a Castelvetrano: "Purtroppo era uno di quegli insospettabili che, ben consapevole della caratura mafiosa dei fratelli Loretta, si era intestato una società nuova, la Medio Ambiente, per permettergli di aggirare la normativa antimafia".
Filippo Siragusa, raggiunto da un obbligo di dimora (non è stato arrestato, come in molti scrivono), dichiara:
"Ci sono momenti nella vita in cui ti arrivano dei colpi che non ti aspetti. Avrò modo di chiarire ogni cosa ai magistrati .Ho fiducia in loro e sono certo che presto sarà tutto chiarito in merito alle accuse che mi sono state rivolte .Dire altro in questo momento non serve .E ' un momento difficile per me e per i miei cari . Questo territorio mi conosce da troppi anni e sa come ho sempre agito come giornalista e lavoratore precario. Buon Natale".
11,40 - Avvisi di garanzia sono stati notificati nell'ambito dell'operazione antimafia a Maria Grazia Vassallo, Vita Anna Pellegrino e Filippo Frazzetta, commercialista di Mazara del Vallo.
11,15 - Ecco i nomi degli arrestati e dei coinvolti:
Applicazione della Misura Cautelare in Carcere:
AGATE Epifanio, nato a Mazara del Vallo il 13/11/1973, per attribuzione fittizia di beni a tezri (quote delle società mazaresi My Land e Fishmar) e estorsione aggravata dal metodo mafioso
LORETTA Carlo Antonio, nato a Ville de Tourconing (Francia) il 13/06/1966, e LORETTA Giuseppe, nato a Mazara del Vallo il 08/04/1980, per associazione mafiosa e attribuzione fittizia di beni a terzi (quote della società MESTRA e MEDIOAMBINTE)
CASTELLI Angelo, nato a Mazara del Vallo il 22/04/1945, per favoreggiamento all’associazione mafiosa di Mazara del Vallo e Castelvetrano.
Applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza:
ALESSANDRINO Andrea, nato a Mazara del Vallo il 15/06/1973, SIRAGUSA Filippo, nato a Castelvetrano il 05/10/1961, BONOMO Paola, nata a Mazara del Vallo il 17/07/1989, per attribuzione fittizia di beni in concorso (per la società MEDIOAMBIENTE);
FRANCAVIGLIA Rachele, nata a Palermo il 30/06/1983, MANGIARACINA Francesco, nato a Mazara del Vallo il 05/04/1973, OSTASHKO Nataliya, nata a Engels (Federazione Russa) il 06/10/1977, PASSALACQUA Nicolò, nato a Mazara del Vallo il 09/02/1968, per attribuzione fittizia di beni in concorso (per la società My LAND e Fishmar).
In calce all' Ordinanza di applicazione di Misure Cautelari personali, il Gip ha disposto il sequestro preventivo di alcuni beni e/o proprietà a carico degli indagati:
Capitale sociale e complesso dei beni aziendali riferibili alla società MESTRA srl con sede in Mazara del Vallo
Capitale sociale e complesso dei beni aziendali riferibili alla società cooperativa MEDIO AMBIENTE con sede in Mazara del Vallo
Capitale sociale e complesso dei beni aziendali riferibili alla società MY LAND srl con sede in Mazara del Vallo
11,00 - In riferimento a notizie di stampa su un’azienda coinvolta nell’operazione Ermes 2 che avrebbe svolto dei lavori in subappalto nell’ampliamento e ristrutturazione dell’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, la direzione strategica aziendale dell’ASP di Trapani precisa che il subappalto a quella ditta, indicata come legata a Cosa nostra, fu revocato dall'ASP già due mesi prima dell'interdittiva antimafia della Prefettura, sulla base di timori emersi in alcune notizie di stampa. Tale ditta lavorò solo circa un mese in cantiere.
"Nel seguire i lavori il settore tecnico dell'Asp ha sempre operato in accordo con la prefettura di Trapani", conclude la nota dell'Asp.
09,20 - C'è anche un giornalista coinvolto nell'operazione antimafia. Si tratta di Filippo Siragusa, collaboratore del Giornale di Sicilia, che è accusato di intestazione fittizia di beni. Al cronista, direttore del sito Mybelice.it, è stato applicato l'obbligo di dimora. Siragusa è accusato di "intestazione fittizia di beni". Proprio qualche giorno fa, piccola curiosità, Siragusa aveva moderato una tavola rotonda sulla legalità in una scuola di Mazara del Vallo...
07,00 - Operazione antimafia all'alba di oggi in provincia di Trapani. Undici ordinanze restrittive, tre aziende sequestrate. Secondo la polizia ci sono le mani della mafia nella realizzazione di un parco eolico e anche in parte dei lavori nella maxi ristrutturazione dell’ospedale "Abele Ajello", appena inaugurato. L'operazione è stata denominata "Ermes 2" perché è la prosecuzione dell'operazione "Ermes" che nell'agosto 2015 portò in carcere i fedelissimi di Matteo Messina Denaro.
Complessivamente sono settanta gli uomini della Polizia di Stato di Trapani, Palermo, Mazara del Vallo e Castelvetrano impegnati nell'operazione. L'indagine ha confermato i saldi contatti tra il clan mafioso di Mazara del Vallo, retto da Vito Gondola, e quello di Castelvetrano e ha svelato gli accordi per spartirsi gli appalti sotto le direttive del latitante Messina Denaro, al quale il Gondola si rivolgeva per dirimere le varie controversie insorte. Le imprese sequestrate erano direttamente controllate dalle famiglie mafiose del trapanese attraverso alcuni prestanome.
Fra gli undici arrestati del blitz scattato questa notte ce ne sono due, insospettabili, Carlo e Giuseppe Loretta, che in rappresentanza della famiglia di Mazara del Vallo si erano aggiudicati parte dei lavori del parco eolico. Erano riusciti anche a gestire per qualche mese un subappalto per i lavori che la Cms di Ravenna sta facendo all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, subappalto poi revocato grazie all’interdittiva antimafia per i Loretta emessa dalla prefettura.
Le indagini hanno svelato anche il ruolo di un rampollo di mafia, Epifanio Agate, il figlio di Mariano, uno dei fedelissimi di Riina e Provenzano. Pure lui è stato arrestato, gestiva due società impegnate nel commercio di pesce. Nelle intercettazioni, gli investigatori della Mobile diretta da Fabrizio Mustaro l'hanno sentito chiamare Messina Denaro "quello di l'ogghiu", quello dell'olio.
Fra le coperture su cui poteva contare la cosca ci sarebbe anche quella di un giornalista locale.